10 Aprile

10 aprile 2014

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Il 10 aprile 1934, in piena “occultazione” di Venere ad opera della luna (il fenomeno doveva verificarsi soltanto una volta all’anno), pranzavo in un piccolo ristorante situato spiacevolmente vicino all’ingresso di un cimitero. Per andarci, bisogna passare senza entusiasmo davanti a diversi chioschi di fiori. Quel giorno, per di più, un orologio murale privato del suo quadrante costituiva ai miei occhi uno spettacolo non proprio di buona lega. Ma osservavo, non avendo di meglio da fare, la vita suggestiva di quel luogo (…) La cameriera è graziosa; poetica, direi. Il mattino del 10 aprile portava, su di un colletto bianco a palline rosse, diradate, molto intonate al suo vestito nero, una sottilissima catenella cui erano fissate tre gocce chiare come di pietra lunare, gocce rotonde sulle quali si staccava alla base una mezzaluna della stessa sostanza, similmente incastonata. Apprezzai una volta di più, infinitamente, la coincidenza tra il gioiello e quella eclissi

André Breton, L’amour fou, 1937, tr. it. F. Albertazzi, Einaudi, 1974, p. 17, p. 20

In questo testo di Breton – che è un po’ diario, un po’ racconto, un po’ trattato sull’amore, l’arte, la bellezza –  le date segnate dall’autore risaltano come dei personaggi. Il ristorante, il cimitero, l’orologio, la cameriera, il gioiello, la posizione della luna nel cielo, le parole ascoltate per caso il 10 aprile del 1934: tutto è messo in relazione secondo codici personali, magici e poetici, che fanno di quel giorno un tutt’uno con la vita che vi è accaduta e ne lasciano un ritratto a più dimensioni. 

Dicono del libro
L’amour fou (1937) è un momento di affermazione piena nelle prospettive del desiderio. Breton, che qui si espone a una elucidazione minuziosa di episodi e luoghi (dal paesaggio solare delle Canarie, a un’esoterica topografia parigina), scompone la propria identità per lasciar spazio alle interrogazioni rivelatrici che vengono dal di fuori: oggetti, scenari, circostanze, secondo una sintassi che ha le stesse leggi che regolano il sogno”
(dalla quarta di copertina dell’ed. Einaudi, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

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“…Tre giorni dopo il nostro arrivo ai Downs, si levò un buon vento da est, e così salpammo: era il 10 di aprile…”
Daniel Defoe, Moll Flanders

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“… Il dieci aprile, un sabato, il tempo era bello…”
Yukio Mishima, Una stanza chiusa a chiave

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“…L’appuntamento con mio padre era per domenica dieci aprile a Ueno, davanti al Bentendo, il tempio shintoista…”
Banana Yoshimoto, Lucertola

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“…. È successo a New York, il 10 aprile di quattordici anni fa…”
Donna Tartt, Il cardellino (segnalazione di Silvia Nucini)

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“… 10 aprile. Debole, sotto la notte plumbea, attraverso il silenzio della città…”
James Joyce, Ritratto dell’artista da giovane (segnalazione di Sandra Muzzolini)

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