13 Febbraio

13 febbraio 2013

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Io, Billy Pilgrim, comincia il nastro, morirò, sono morto e sempre morirò il tredici febbraio 1976.
Nell’ora della sua morte, dice, è a Chicago per parlare a una gran folla sul tema dei dischi volanti e della vera natura del tempo

Kurt Vonnegut, Mattatoio n. 5, 1969,  tr. it. L. Brioschi, Feltrinelli, 2003, pp. 133

 

Billy Pilgrim, sopravvissuto al bombardamento di Dresda del 13 febbraio del 1945 e tornato negli Stati Uniti, racconta la storia della sua vita, come se le diverse fasi fossero reversibili, continuamente attraversabili e interferenti. In questi viaggi nel tempo, si sposta dall’adolescenza all’età matura; dalla traumatica esperienza della II guerra mondiale al lavoro di ottico; da un incidente aereo a un rapimento degli alieni. L’insensatezza delle guerre e dei massacri è curiosamente commentata, qua e là nel testo, dagli uccelli, con un cinguettio onomatopeico: Poo tee weet.
Il tempo, soprattutto, è al centro di riflessioni venate di scienza fantastica: “Tutto il tempo è tutto il tempo. Non cambia”; “Eccoci qua incastonati nell’ambra di questo momento”.
Il giorno 13 febbraio ricorre nella narrazione sia come data storica della distruzione di Dresda, sia come termine (ricorsivo) della vita del protagonista. 

 

Dicono del libro
“Per una decina di giorni, verso la fine della Seconda guerra mondiale, Kurt Vonnegut, americano di origine tedesca (…) batté lande tedesche coperte di neve che il suo piede non aveva mai calcato. Fatto prigioniero durante la battaglia delle Ardenne, ebbe la ventura di assistere al bombardamento di Dresda (…). Da questa dura e incancellabile esperienza nacque Mattatoio n. 5 o La crociata dei bambini, storia semiseria di Billy Pilgrim, americano medio affetto da un disturbo singolare (‘ogni tanto, senza alcuna ragione apparente, si metteva a piangere’) e in possesso di un segreto inconfessabile: la conoscenza della vera natura del tempo. Tutto è, tutto è sempre stato e sempre sarà, passato e futuro sono sempre esistiti e sempre esisteranno, nulla dipende dalla volontà dell’uomo”
(dalla terza di copertina dell’ed. Feltrinelli, op. cit.)

 

 

 

Altre storie che accadono oggi

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“…Il mattino del 13 febbraio che, come sanno, al pari di noi, i lettori di questa veritiera storia…”
Charles Dickens, Il circolo Pickwick

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“…Ne accenneremo soltanto una del 13 febbraio dell’anno 1632…”
Alessandro Manzoni, I promessi sposi

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“… era una mattina orribile, il mercoledì delle Ceneri, sulla discesa della Courtille…”
Alfred de Musset, Le confessioni di un figlio del secolo

 

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“… Si era di domenica pomeriggio alla fattoria, il tredici febbraio…”
Thomas Hardy, Via dalla pazza folla

 

 

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“… Sabato, 13 febbraio. – Ho incontrato lungo il fiume quella ragazza … Le ho parlato. Intanto che camminava…”
Alain-Fournier, Il gran Meaulnes

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“…Poi che ora so che il tempo è sempre il tempo
E che lo spazio è sempre ed è soltanto spazio…”
Thomas Stearns Eliot, Mercoledì delle ceneri

 

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“… Quella non è una donna, è un mercoledì di ceneri, stermina il buonumore di chiunque…”
Jorge Amado, Dona Flor e i suoi due mariti

 

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“… Tanto per cominciare, mercoledì delle Ceneri sulla Centoventicinquesima Strada…”
John Cheever, Una specie di solitudine

 

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“… Se lei difatti va a vedere la copertina della ‘Domenica del Corriere’ del 13 febbraio 1944…”
Antonio Pennacchi, Canale Mussolini« »

Io, Billy Pilgrim, comincia il nastro, morirò, sono morto e sempre morirò il tredici febbraio 1976.
Nell’ora della sua morte, dice, è a Chicago per parlare a una gran folla sul tema dei dischi volanti e della vera natura del tempo

Kurt Vonnegut, Mattatoio n. 5, 1969,  tr. it. L. Brioschi, Feltrinelli, 2003, pp. 133

 

Billy Pilgrim, sopravvissuto al bombardamento di Dresda del 13 febbraio del 1945 e tornato negli Stati Uniti, racconta la storia della sua vita, come se le diverse fasi fossero reversibili, continuamente attraversabili e interferenti. In questi viaggi nel tempo, si sposta dall’adolescenza all’età matura; dalla traumatica esperienza della II guerra mondiale al lavoro di ottico; da un incidente aereo a un rapimento degli alieni. L’insensatezza delle guerre e dei massacri è curiosamente commentata, qua e là nel testo, dagli uccelli, con un cinguettio onomatopeico: Poo tee weet.
Il tempo, soprattutto, è al centro di riflessioni venate di scienza fantastica: “Tutto il tempo è tutto il tempo. Non cambia”; “Eccoci qua incastonati nell’ambra di questo momento”.
Il giorno 13 febbraio ricorre nella narrazione sia come data storica della distruzione di Dresda, sia come termine (ricorsivo) della vita del protagonista. 

 

Dicono del libro
“Per una decina di giorni, verso la fine della Seconda guerra mondiale, Kurt Vonnegut, americano di origine tedesca (…) batté lande tedesche coperte di neve che il suo piede non aveva mai calcato. Fatto prigioniero durante la battaglia delle Ardenne, ebbe la ventura di assistere al bombardamento di Dresda (…). Da questa dura e incancellabile esperienza nacque Mattatoio n. 5 o La crociata dei bambini, storia semiseria di Billy Pilgrim, americano medio affetto da un disturbo singolare (‘ogni tanto, senza alcuna ragione apparente, si metteva a piangere’) e in possesso di un segreto inconfessabile: la conoscenza della vera natura del tempo. Tutto è, tutto è sempre stato e sempre sarà, passato e futuro sono sempre esistiti e sempre esisteranno, nulla dipende dalla volontà dell’uomo”
(dalla terza di copertina dell’ed. Feltrinelli, op. cit.)