15 Dicembre

15 dicembre 2013

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Il 15 dicembre era il centesimo compleanno del decano. Le sue figliole avevano lungamente atteso quel giorno, e avevano sempre desiderato festeggiarlo come se il loro caro padre fosse ancora tra i suoi discepoli. […] 
Grandi fiocchi di neve cadevano fitti, e i solchi lasciati dalla slitta erano rapidamente cancellati. Il generale Loewenhielm sedeva impassibile a fianco di sua zia, col mento affondato nell’alto bavero di pelliccia del pastrano. Quando il folletto dai capelli rossi ch’era al servizio di Babette aprì la porta della stanza da pranzo, e gli ospiti ne varcarono la soglia lentamente, questi non si tennero più per mano e rimasero in silenzio. Ma era un dolce silenzio, perché in ispirito essi si tenevano ancora per mano, cantando. Babette aveva messo una fila di candele in mezzo alla tavola, e quelle fiammelle brillavano contro le giacche e le vesti nere, e contro l’unica uniforme scarlatta, e si riflettevano nei chiari occhi umidi

Karen Blixen, Il pranzo di Babette, 1958, tr. it. P. Ojetti, in Capricci del destino, Feltrinelli 1984, p.22, 34

Arrivata a casa delle sorelle Martina e Filippa nel 1871, dopo i fatti della Comune di Parigi, la cuoca francese Babette Hersant è al loro servizio da dodici anni. Nel paesino norvegese di Berlevaag, la vita è andata avanti tranquilla, regolata dalle abitudini di una comunità timorata di Dio che con gli anni ha accettato la presenza della straniera, senza però penetrarne mai del tutto il mistero. La data intorno alla quale i destini dei protagonisti si intrecciano è un 15 dicembre, anniversario della nascita del padre di Martina e Filippa, il decano, fondatore della setta religiosa a cui la comunità di Berlevaag si ispira. Le sorelle vorrebbero festeggiare quel giorno in modo sobrio e degno della memoria del padre, che avrebbe compiuto 100 anni. Intanto è accaduto l’imprevedebile: Babette ha vinto 10.000 franchi a una lotteria francese e ha chiesto  il permesso di partire per il suo paese. “Potevano sperare che ella sarebbe rimasta con loro oltre il 15 dicembre?” si chiedono le sorelle, non immaginando il piano che Babette ha in mente per la festa: la replica di un pranzo raffinatissimo a cui parteciperanno degli ospiti inattesi, chiudendo il cerchio di avvenimenti lontani.

Dicono del libro
“…non meno avvincente risulta la figura femminile al centro di Il pranzo di Babette, la cuoca comunarda che, al crollo dei suoi ideali rivoluzionari, è costretta a sacrificare tutto e a vivere esule (lei, ‘grande artista’) a contatto con un mondo grigio e frugale. Ma il potere visionario di Babette trionfa, paradossalmente e orgogliosamente, sulle miserie della quotidianità”.

(Dalla quarta di copertina dell’ed. Feltrinelli, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

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“… Natale, Capodanno, la Befana, quando verso il 15 dicembre comincio a sentire parlare di feste, tremo…”
Alberto Moravia, Il picche nicche

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“… Dopo il telegiornale della sera di lunedì 15 dicembre, Vivés uscì dalla fiaschetteria e si ritirò nell’ufficio della Cooperativa come se volesse meditare sui suoi fogli…”
Paolo Volponi, Il sipario ducale

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“… una mattina (poteva essere il quindici o il sedici dicembre) mi decisi ad alleviare la gravità dei suoi dubbi…”
Paul Auster, Mr Vertigo

pittura

Andrea Mastrovito, Martin Creed sunning himself on December 15 in Monfalcone, 2006