March 11 marzo

1 marzo 2013

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“He was just finishing up his boot training at Parris Island, South Carolina – where the scuttlebutt was that the marines were to hit the Japanese beaches on March 1, 1946 – when the atomic bomb was dropped on Hiroshima”

Philip Roth, American Pastoral, 1997

 

 

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Già da parecchio era cessato il cattivo tempo; la stagione veniva avanti; e all’improvviso fiorirono i mandorli. Era il primo di marzo. Scendo il mattino in Piazza di Spagna. I contadini hanno spogliato dei suoi rami bianchi la campagna, e i fiori di mandorlo caricano le ceste dei venditori. La mia attrazione è così forte  che ne compro un fascio intero. Ci vogliono tre uomini a portarlo. Rientro insieme a tutta quella primavera. I rami si impigliano nelle porta, dei petali nevicano sul tappeto

 André Gide, L’immoralista, 1902, tr. it. A. Cerinotti, Demetra, 1993, p. 127

La data del primo marzo compare verso la fine del racconto che il protagonista, Michel, fa ad alcuni amici per spiegare gli ultimi decisivi avvenimenti della sua vita. Il matrimonio con Marceline, il soggiorno in Africa, fatto di lunghi “giorni senza ore”, la malattia ai polmoni da cui si è ripreso, la scoperta dell’omosessualità. E poi, in una specie di simmetria, la malattia della moglie che, incinta, perde il bambino, e di nuovo i viaggi, il lago di Como, Firenze, Roma, dove arrivano alle soglie della primavera, per proseguire ancora verso sud. 

Dicono del libro
“L’immoralista vide le stampe nel 1902 e segna una tappa importante nella vita e nell’opera di Gide: nella vita, perché lo scrittore decide di uscire allo scoperto, ancor prima di fronte a se stesso che al suo pubblico, rispetto alla sua omosessualità; nell’opera, perché la ricerca di uno stile, fino a quel momento caratterizzato da prove discutibili, approda finalmente a un risultato convincente”

(dall’introduzione all’ed. Demetra, op. cit.)