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17 aprile 2013

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D’altro canto, però, com’era diventato bello nel corso della sua arringa entusiasta, il viso secco e brutto dello studente! La legnosità spigolosa che ne improntava tratti e gesti si caricò di sublime, assunse un aspetto austero, dominatore, integerrimo. Tutta la figura di quel giovane allampanato, cresciuto troppo in fretta, malnutrito e vestito da far pietà, per Bohusch aveva acquisito inavvertitamente qualcosa di elementare, di eterno e mentre gli camminava a fianco non lo abbandonava la sensazione di dover prendere nota particolare di quel giorno: sabato 17 aprile

Rainer Maria Rilke, Re Bohusch, 1899, tr. it. G. Scarpari, in Due storie praghesi, Edizioni e/o 1985, p.24

A Praga, negli ultimi anni dell’Ottocento, la società segreta Omladina (Gioventù) si riunisce negli scantinati, col progetto di liberare la città dalla dominazione austriaca. Rilke prende spunto da un fatto accaduto: l’uccisione di un affiliato alla società segreta, di nome Rudolf, sospettato di tradimento. E immagina gli incontri al Caffè Nazionale, dove  si parla di indipendenza e di popolo, di politica e letteratura. Una sola data è indicata nel testo: il 17 aprile,  il giorno del calendario dedicato a un martire medievale di nome Rodolfo. ma anche un giorno di primavera che fa risplendere le strade della città ed esalta gli animi e i discorsi. 

Dicono del libro
“In ambedue le storie praghesi Rilke allude alla questione nazionale che negli anni della sua giovinezza era giunta a condizionare buona parte della vita pubblica in Boemia. Dal clima rivoluzionario e irredentista del ’48 si erano sviluppate tensioni ormai insostenibili per gli estremisti delle due etnie (…) Nel 1893 si svolse a Praga un clamoroso processo contro i membri della società segreta Omladina (Gioventù) che perseguiva la liberazione del popolo ceco dalla dominazione austriaca. La polizia ne scoprì le tracce in seguito all’assassinio di uno dei suoi affiliati, Rudolf Mrva, sospettato di delazione dai suoi compagni. Nella prima storia praghese, che rielabora questi avvenimenti contemporanei, il presunto traditore porta il nomignolo di ‘Re Bohusch'”.

(G. Scarpati, Avvertenza, nell’ed. e/o, op. cit.)