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22 aprile 2013

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Apro gli occhi. Tra poco arriveremo. Vedo già la nube d’argento sopra la montagna, poi appaiono le torri del castello e i campanili delle numerose chiese. 
Il 22 del mese d’aprile, dopo quarant’anni d’assenza, sono di ritorno nella piccola città della mia infanzia. 
La stazione non è cambiata. È soltanto più pulita, addirittura infiorata, con fiori di qui di cui non conosco il nome e che altrove non ho mai visto. C’è anche un autobus che si allontana

Agota Kristof, La terza menzogna, 1991 (Trilogia della città di K.), tr. it. G. Bogliolo, Einaudi, 1998, p. 293

Tutto è doppio nella storia, raccontata da diversi punti di vista, dei due gemelli Claus e Lucas, nomi che sono uno l’anagramma dell’altro. Hanno conosciuto la seconda Guerra mondiale e l’invasione russa dell’Ungheria, vivendo dalla nonna materna, in un ambiente spietato e picaresco. Si sono separati quando il padre ha cercato di passare la frontiera ed è saltato su una mina, tragedia che ha permesso a uno dei fratelli di attraversare il confine. Se è vero quanto viene narrato – e se è vero che Claus (a volte scritto con la K) e Lucas sono due persone distinte – Lucas rimane nella vecchia città e Claus vive a lungo lontano, prima di tornare. Da quel momento la storia viene di nuovo raccontata, fra menzogne e salti nel tempo. E anche la data del 22 aprile è segnata dalla ripetizione della cifra che indica il doppio.

Dicono del libro
“In un Paese occupato dalle armate straniere, due gemelli, Lucas e Klaus, scelgono due destini diversi: Lucas resta in patria, Klaus fugge nel mondo cosiddetto libero. E quando si ritroveranno, dovranno affrontare un Paese di macerie morali. Storia di formazione, la Trilogia della città di K. ritrae un’ epoca che sembra produrre soltanto la deformazione del mondo e degli uomini, e ci costringe a interrogarci su responsabilità storiche ancora oscure.”
(dalla scheda del libro sul sito Einaudi)