6 Giugno

6 giugno 2013

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Abbiamo strappato via un bel po’ di carta da parati in cucina vicino al frigorifero e abbiamo scoperto che sotto vari strati di carta (margherite; aggeggi adesivi Peel’n Stick per deodorare il frigo) c’erano, in condizioni perfette come il giorno in cui erano state scritte, le parole:

Un giorno radioso
6 giugno 1974
Sono lontano ma la mia idea di pace rimane con voi
d. b.

Roba da hippy, ma mi è mancato il fiato quando l’ho letta. E per un attimo ho avuto la sensazione che un’idea sia più importante del semplice fatto di essere vivi, perché un’idea vive molto tempo dopo che te ne sei andato; poi la sensazione è svanita

Douglas Coupland, Microservi, 1995, tr. it. N. Vallorani e E. Guarneri, Feltrinelli, 1998, p. 68

La vita nella sede della Microsoft a Redmond, nei primi anni Novanta, è raccontata da Daniel Underwood, ventiseienne “individuatore di bug”, uno dei tanti giovani “Micro-servi”, impiegati  nella grande industria informatica di Bill Gates. I ritmi di lavoro pressanti e la costante concentrazione sul linguaggio di programmazione stravolgono anche il senso del tempo, che “non è necessariamente lineare”, ma sembra scorrere “in strani mucchi, fasci e mazzetti”, mentre la vita procede giorno per giorno, “una riga di codice senza bug alla volta”. Ogni tanto c’è il bisogno di guardare indietro ed è quello che Daniel fa un giovedì, fra libri e riviste degli anni Settanta. Proprio una data di quegli anni – 6 giugno 1974 – è emersa su una parete della cucina, in un messaggio di pace e serenità lasciato da un precedente abitante della casa e su cui si sono posati strati di carta da parati e di tempo. Di lì a poco, Daniel lascerà Redmond per la Silicon Valley. 

Dicono del libro
“Dopo aver trascorso qualche tempo nella più famosa industria informatica del mondo, la Microsoft, un gruppo di giovani dipendenti – i ‘microservi’ – decide di abbandonare la sicurezza del posto fisso e il loro amato-odiato padre-padrone, per fondare una propria società di software. Nel cuore della bizzarra e digitale Silicon Valley, in California, questi ventenni si trovano alle prese con la modernità e la vita, tra frammenti di esistenza quotidiana che evidenziano aspirazioni e sentimenti di una generazione in cerca d’identità in un mondo sempre più privo di riferimenti etici e morali.”
(dalla quarta di copertina dell’ed. Feltrinelli, op. cit.)