29 Giugno

29 giugno 2013

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Sebbene, specie da principio, lo sforzo fosse durissimo, mi feci una sorta di punto d’onore di sottostare scupolosamente ai divieti di Micòl. Basti dire che essendomi laureato il 29 di giugno, ed avendo immediatamente ricevuto dal professor Ermanno un caldo bigliettino di felicitazioni nel quale era contenuto, tra l’altro, un invito a cena, credetti opportuno rispondere di no, che mi dispiaceva ma non potevo. Scrissi che avevo mal di gola, e che il papà mi proibiva di uscire la sera. La ragione vera del mio rifiuto, tuttavia, era che dei venti giorni di esilio impostimi da Micòl, ne erano trascorsi soltanto sedici.

Giorgio Bassani, Il giardino dei Finzi-Contini, Einaudi, 1962, p. 241

Nella storia dell’amicizia del narratore con la famiglia Finzi-Contini – soprattutto con la giovane Micòl – nella Ferrara degli anni Venti e Trenta del Novecento, si incontrano poche date. Alcune richiamano avvenimenti storici, come le infauste leggi razziali contro gli Ebrei, emanate nel 1938. La data del 29 giugno appare verso la fine della vicenda, è il giorno della laurea del protagonista, la cui felicità è incrinata dalla promessa fatta a Micòl di non vedersi per un po’. Il 29 giugno richiama, come un chiasmo, il primo incontro fra i due giovani, nel giugno del ’29 quando il narratore, rimandato agli esami di licenza ginnasiale, era capitato sotto il muro di cinta della dimora dei Finzi-Contini. E Micòl, allora tredicenne, l’aveva invitato a scavalcare il muro per entrare nel giardino. Quando la vicenda viene raccontata, la famiglia Finzi-Contini è stata decimata dalla guerra e dall’Olocausto e il narratore si chiede: “Quanti anni sono passati da quel remoto pomeriggio di giugno?”

Dicono del libro
B. è ancora un bambino quando, nel ’29, si avvicina per la prima volta al giardino dei Finzi-Contini: Micòl, la piú giovane della ricca famiglia ebraica, si affaccia dal muro di cinta e lo chiama. Dovranno passare nove anni perché si ritrovino. In una Ferrara dove la comunità israelitica è sempre piú minacciata dalle leggi razziali, Ermanno e Olga Finzi-Contini aprono le porte della loro casa agli amici dei figli, nel tentativo di ricreare nel proprio giardino le esperienze che i giovani non possono piú vivere in pubblico. E fra partite di tennis e discussioni politiche affiora l’amore tra B. e Micòl: un amore delicato e infelice che prelude alla tragica fine della famiglia, deportata poi in Germania.”

(Dalla scheda del libro sul sito Einaudi)

Altre storie che accadono oggi

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“… Ma oggi, 29 giugno, non è bruciata e si è ridotta in cenere tutta la nostra vita?…”
Ernst Weiss, L’Aristocratico

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“…29 giugno. Saigon Città desolata, deserta, provinciale..”

André Malraux, I conquistatori

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“… La notte del ventinove giugno del 1893, una limpida notte d’estate, Achille-Claude Debussy, musicista e esteta, sognò che si trovava su una spiaggia…”
Antonio Tabucchi, Sogni di sogni