5 Ottobre

5 ottobre 2013

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Interrompo questo diario, come lo interruppi allora, con stupore, il 5 ottobre, alle dodici di notte, accorgendomi che tutto ciò che Porfiria aveva scritto nel suo diario quasi un anno prima stava verificandosi. Roberto Cárdenas era venuto a mangiare quella sera per la prima volta. E lì avevo, davanti ai miei occhi, la data incredibile, 5 ottobre, scritta sulla pagina del diario, come una testimonianza magica, infernale. Il quaderno era stato in mio potere per tutto quel tempo

Silvina Ocampo, Il diario di Porfiria Bernal, 1961, tr. it. L. Bacchi Wilcock, in Porfiria, Einaudi, 1973, p. 275

Il 5 ottobre è la data in cui il racconto di Antonia Fielding – istitutrice inglese al servizio della famiglia Bernal a Buenos Aires – e il diario della sua piccola allieva Porfiria, si incontrano per un istante nel tempo “reale”, rivelando le doti premonitrici della bambina. Come se vedesse dentro le persone che passano per la sua casa, intuendone i segreti, la piccola Porfiria annota giorno dopo giorno gli accadimenti, le immaginazioni, le visioni, finché la sua voce copre quella del racconto di Antonia, che si è accorta con stupore del potere di quel diario. 

Dicono del libro
Il diario di Porfiria Bernal: una signorina inglese entra in una ricca famiglia d’un quartiere elegante di Buenos Aires come istitutrice d’una bambina. Tra la zitella romantica e repressa e la bambina ai cui occhi nulla sfugge e tutto viene registrato e trasfigurato, si forma come un campo magnetico di impulsi aggressivi e di stregonerie, e la minuta cronaca familiare s’accende di colori visionari”
(I. Calvino, dalla bandella dell’ed. Einaudi, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

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“… Il 5 ottobre. Erano circa le sei di sera: il cielo era ingombro di vapori, tra i quali un bel sole d’autunno filtrava i suoi raggi d’oro…”
Alexandre Dumas, Il conte di Montecristo

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“… Ho una notizia, vecchio mio, Anna e io ci sposeremo, il 5 ottobre…”
 Françoise Sagan, Bonjour tristesse,

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“… scrivo da una strada che ha nome Speranza, dove si riunirono per l’ultima volta i congiurati del 5 ottobre…”
José Saramago, Una lettera con inchiostro di lontano