15 Marzo

15 marzo 2014

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Due giorni prima del quattordicesimo compleanno di Sophie, il 15 marzo 1796, anniversario del suo fidanzamento – tuttora non autorizzato, e per la verità neanche discusso con suo padre – Fritz andò dai gioiellieri di Tennstedt per farsi fare un’ulteriore modifica al suo anello. Questo avrebbe dovuto contenere un minuscolo ritratto di Sophie, spiegò, ricavato dalla miniatura che aveva deluso tutti – non c’era altro da fare. Perlomeno c’era la sua espressione stupita, avida, e il suo misto di scuro e di chiaro. Sul lato opposto, disse loro di incidere le parole – Sophie sey mein schuz geist – “Sophie sii il mio Spirito Guardiano”. Nella poesia per il suo compleanno scrisse:
Quello che cercavo, ho trovato:
Quello che ho trovato, mi ha cercato

Penelope Fitzgerald, Il fiore azzurro, 1995, tr. it. M. d’Amico, Sellerio, 1998, p. 164

 

Il giovane Friedrich von Hardenberg, prima di diventare noto col nome d’arte di Novalis, cerca la sua strada fra gli studi universitari, le letture, i primi abbozzi delle sue riflessioni sul linguaggio e sulla natura, delle sue poesie e delle sue storie (fra cui Il fiore azzurro, che dà il titolo a questa ricostruzione romanzata della sua vita). L’incontro con la giovanissima Sophie si trasforma subito in fidanzamento. Alla fine del Settecento, quando la prospettiva di vita era breve, minata soprattutto dalla tisi – malattia di cui moriranno sia Sophie sia lo stesso Novalis – non era insolito sposarsi appena adolescenti. O almeno promettersi di farlo, come accade alla data del 15 di marzo e del suo anniversario.

Dicono del libro
Il fiore azzurro, infine, crea (…) tutto un mondo remoto, quello di una fetta di Germania provinciale nell’ultimo decennio del Settecento, dove l’eco lontana della Rivoluzione francese alimenta la ricerca dell’assoluto nel petto di un giovane predestinato, il goffo, egocentrico e geniale Friedrich von Hardenberg che in seguito assumerà il nom de plume di Novalis (…) L’episodio centrale è il rapporto di Hardenberg con la bambina che il futuro poeta idealizzò, un  po’ come Dante fece con Beatrice”
(dalla Nota di M. d’Amico nell’ed. Sellerio, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

pittura

Vincenzo Camuccini, Morte di Giulio Cesare, 1804 ca., olio su tela, Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte

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“..È il quindici marzo. Forse c’è ricevimento a Corte. Pensò alla folla che aspettava nell’aria fredda di primavera…”
Virginia Woolf, La crociera

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“… e già la data della prima rappresentazione della Tempesta era fissata per il 15 marzo…”
Karen Blixen, Tempeste

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“… Tre giorni più tardi, il 15 marzo, stavo tornando a casa. Era verso sera, un’amabile, dolce e tiepida sera di primavera che mi ricordava la Toscana…”
Fred Uhlman, Un’anima non vile

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“…Ci sposammo il 15 marzo lungo un viale di tigli e mimose…”
Massimo Bubola, Emmylou (segnalazione di Michele Brescia)

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“… Il 9 dicembre secondo alcuni, il 15 marzo secondo altri, perse la ragione…”
Manuel Scorza, Il cavaliere insonne

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“…Marzo significa Idi. / Ma cosa significa Idi?…”
Valerio Magrelli, Annopenanno. Un calendario