30 Aprile

30 aprile 2014

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Beatriz Viterbo morì nel 1929; da allora non lasciai passare un trenta d’aprile senza tornare alla sua casa. Solevo arrivare alle sette e un quarto e fermarmi un venticinque minuti; ogni anno comparivo un po’ più tardi e restavo un po’ di più; nel 1933, una pioggia torrenziale mi favorì: dovettero invitarmi a cena. Profittai, naturalmente, di quel buon precedente; nel 1934 comparvi alle otto suonate, con un torrone di Santa Fé; con tutta naturalezza rimasi a cena. Così, in anniversari melanconici e vanamente amorosi, ricevetti le graduali confidenze di Carlos Argentino Daneri. (…)
Il trenta aprile del 1941 mi permisi di aggiungere al torrone due bottiglie di cognac locale

  Jorge Luis Borges, L’Aleph, 1949, tr. it. F. Tentori Montalto, I Meridiani, Mondadori, 1985, vol. I, p.887, p. 888

La casa di calle Garay a Buenos Aires, dove ha abitato Beatriz Viterbo e dove continuano ad abitare dopo la sua morte il padre e il cugino Carlos Argentino Daneri, custodisce in cantina – sotto la stanza da pranzo – l’Aleph: un oggetto indefinibile che contiente tutti i punti dello spazio, mostrandoli senza sovrapposizioni in un unico gigantesco istante. L’Aleph è stato scoperto da Carlos Argentino Daneri, scrittore di noiosi poemi, che lo mostra a Borges, amico di famiglia, legato alla bella e fragile Beatriz. Beatriz, che è morta in un giorno di febbraio dell’estate australe, era nata il trenta di aprile e il Borges del racconto, per anni, continua a onorare questa data, come fa anche il Borges scrittore, che la sceglie in (almeno) altre due storie: Funes, o della memoria e La notte dei doni. 

Dicono del libro
Finzioni e L’Aleph – ha dichiarato – sono i miei libri migliori”
(dall’introduzione all’ed. Mondadori, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

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“… Sapeva le forme delle nubi australi dell’alba del 30 aprile 1882, e poteva confrontarle, nel ricordo, con la copertina marmorizzata d’un libro che aveva visto una sola volta…”
Jorge Luis Borges, Funes, o della memoria

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“…Io potrei raccontarvi ciò che mi ha riservato una certa notte che ricordo assai spesso, quella del trenta aprile 1874…”
Jorge Luis Borges, La notte dei doni

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“…Che rapporto può esserci fra il comandare a bacchetta un’intera famiglia, l’indossare un abito nero e il 30 di aprile?…”
Stendhal, Il rosso e il nero


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“… Ar zalì per Viale Trenta Aprile / a lato de villette e de conventi / se po’ avertì quarcosa de sottile / che c’è nell’aria…”
Fabio Della Seta, Sur Gianicolo

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“…. Il 30 aprile una brezza ormai tiepida soffiava in un cielo azzurro e umido, fu quello un giorno di rinascita…”
Albert Camus, La peste (segnalazione di Ilaria Restivo)