7 Agosto

7 agosto 2014

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Se qualche dubbio era rimasto a zia Eloisa riguardo al fatto che l’uomo fosse una specie destinata a sparire dalla Terra, esso fu cancellato definitivamente quel 7 agosto 1945 quando, ancora a letto, mezzo addormentata fra i suoi gatti birmani, bevendo il suo primo tamarindo della giornata, lesse sul giornale locale che una bomba atomica era stata sganciata sopra Hiroshima. Non pensò che la demenza umana fosse giunta al parossismo – era già successo infinite volte nella storia – bensì che fosse ormai impossibile fermare il processo che conduceva la specie al suicidio, ovvero non c’era il tempo necessario per cambiare radicalmente la struttura di una società che, elevando la violenza a modalità d’azione, preparava nell’ignoranza la propria rovina. Richiuse il giornale

Marvel Moreno, In dicembre tornavano le brezze, 1987, tr. it. M. Molteni, ed. cons. Giunti, 1991 p. 17

La storia di una grande famiglia colombiana è raccontata, in questo romanzo, dalla parte delle donne e segue il corso di diverse generazioni (nonne, figlie, nipoti) e ramificazioni (zie, prozie, amiche). Il tempo scorre in modo irregolare, con ritorni e soste, tanto che a volte si ha l’impressione che “non correva né passava”. Le date riguardano feste e traumi, matrimoni e morti, ricorrenze religiose e nazionali o – come in questo caso – eventi storici (la bomba su Hiroshima il 6 agosto del 1945) la cui eco arriva nella città di Barranquilla, confermando l’attrazione degli uomini per la distruzione agli occhi smagati delle donne di casa, come la zia Eloisa, che legge la notizia di Hiroshima, il 7 di agosto.

Dicono del libro
“A Barranquilla, città del Caribe colombiano, dove l’aria si impregna di calore e profumi intensi, di colori violenti e odori grevi, dove le razze e la tradizioni umane si mescolano in un amalgama di passioni e tensioni, torna la memoria di Lina, ormai da anni emigrata a Parigi. Testimone e compartecipe di molte vicende, Lina si fa narratrice dei destini intrecciati di uomini e donne di molte generazioni”.
(Dalla bandella dell’ed. Giunti, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

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“… Lasciai Auxerre il 7 agosto, data che non dimenticherò mai. Avevo percorso circa due leghe…”
Donatien Alphone François De Sade, Justine

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“… Capo Confort fu segnalato la mattina del 7 agosto. La terra groenlandese termina un po’ più a est…”
Jules Verne, La caccia al meteorite

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“… 7 agosto: primo giorno d’autunno. Per una volta tanto sono vissuto nel presente!…”
Palinuro, La tomba inquieta

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“… Ma Arthur Banning non trovava mai la donna dei suoi sogni. Esattamente alle 3,27 di venerdì 7 agosto finii la storia…”
John Fante, La strada per Los Angeles

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“… tra la poca corrispondenza accumulata sotto la porta trovai una lettere di Sensini con la data del 7 agosto. Era una lettera d’addio…”
Roberto Bolaño, Chiamate telefoniche

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Lucio Battisti, 7 agosto di pomeriggio (segnalazione di Giorgia Nespola)