27 Settembre

27 settembre 2014

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27 settembre 1990
Berlino, Amalienpark

Un altro “giorno dell’anno”, per la trentesima volta. Senza l’indicazione sul calendario non avrei pensato all’obbligo che ho da assolvere oggi. Sono tentata di interrompere questo progetto più per un’inibizione profonda che per l’usuale svogliatezza. Da mezz’ora siedo inattiva davanti al foglio su cui voglio prendere appunti. Conosco da un pezzo la causa dei miei “blocchi”: un’invincibile resistenza a prendere atto di cose che mi toccherebbero troppo da vicino. Naturalmente è sempre possibile descrivere i rituali: alzarsi, fare colazione, bere il tè, sfogliare il giornale, che con mia sorpresa non mi interessa affatto, tanto che adesso già non so più che cosa ho letto. Ma questi rituali mi appaiono troppo insignificanti in un periodo in cui tutto è “fuori dai cardini”. Il tempo fa sempre il suo corso, oggi coperto ma non ancora freddo. Il sole, leggo sul calendario, è sorto alle 5.54 e tramonterà alle 17.48, mentre la luna sorgerà alle 14.50 e tramonterà alle 22.05. Adesso sono le 10.30, e come quasi ogni mattina mi meraviglio di quante attività sono capace di inventarmi per evitare di mettermi alla scrivania

Christa Wolf, Un giorno all’anno 1960-2000, 2003, tr. it. A. Raja, ed. cons. edizioni e/o, 2013, p. 390

Nel 1960, il giornale moscovita Isvestija pubblicò un invito rivolto agli scrittori: raccontare un giorno di quell’anno, per la precisione il 27 settembre. Si trattava di un progetto già tentato negli anni Trenta con il titolo “Un giorno nel mondo”. Un’idea – questa – che porta la giornata dallo sfondo al primo piano della storia, mettendo in luce le ripetizioni e le variazioni che, tutte insieme e giorno dopo giorno, costituiscono la vita. Rispondendo all’invito della rivista, a partire dal 1960, la scrittrice tedesca Christa Wolf descrive quello che le accade ogni 27 settembre, per quarant’anni di seguito, fino al 2000. Il brano di oggi racconta, dal risveglio svogliato alla cena, il 27 settembre del 1990, un anno “attraversato da un asse intorno al quale il tempo si “rivolge”, un anno di svolta.

Dicono del libro
“Un giorno all’anno è l’opera più personale di Christa Wolf. Per quarant’anni – a partire dal 1960 – l’autrice ha raccontato ogni 27 settembre, annotando tutte le esperienze, i pensieri e i sentimenti vissuti in quel giorno. Il risultato è una testimonianza incisiva e commovente della sua esistenza di scrittrice, di contemporanea, di donna, madre, cittadina della Repubblica democratica tedesca e poi della Repubblica federale tedesca. ‘Come accade la vita?’ – ecco la domanda che occupa la scrittrice lungo tutti questi anni”.
(Dalla quarta di copertina dell’ed. e/o, op. cit.)

 

Altre storie che accadono oggi

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“… Non ho letto giornali / Non mi sono girato a guardare donne / Non ho aperto la cassetta della posta / Non ho augurato buon giorno…”
Thomas Brasch, Il bel 27 settembre

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“… Nelle prime ore pomeridiane del 27 settembre Luisa ritornava da Porlezza con alcune carte da copiare per il notaio…”
Antonio Fogazzaro, Piccolo mondo antico

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“… Lunedì 27 settembre il tempo si mise al brutto…”
Bruce Chatwin, Che ci faccio qui?

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“… 27 settembre. Marianna, perché non sei qui a passeggiare, a trastullarti, a divertirti con noi…”
Giovanni Verga, Storia di una capinera (segnalazione di @francofri)