28 Novembre

28 novembre 2014

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Mente umana non può concepire quello che sta avvenendo a Mosca. Sette bancarellisti della Sùcharevka sono già al fresco per aver diffuso voci sulla imminente fine del mondo provocata dai bolscevichi. Dar’ja Petrovna ne ha parlato indicando perfino la data esatta: il 28 novembre 1925, festività di Santo Stefano Martire, la terra si scontrerà con l’asse celeste

Michail Bulgakov, Cuore di cane, 1925, tr. it. M. Olsoufieva, Garzanti 1974, p.90

Pallino, un cane randagio affamato e pulcioso, e molto esperto della dura vita  di strada nella Mosca della rivoluzione bolscevica, è stato accolto in casa del professor Preobrazenskij, uno scienziato che sperimenta tecniche chirurgiche di ringiovanimento. Dopo qualche giorno di bella vita, Pallino è l’oggetto di un’operazione: gli vengono innestate ghiandole genitali e ipofisi di un uomo appena morto in una rissa. Invece di ringiovanire, però,  il cane si trasforma in una specie di  essere umano: piccolo e sgraziato, il nuovo Pallino è in grado di parlare – usando il repertorio di parolacce sentito nella sua precedente vita canina – e addirittura di leggere. La notizia di questo evento portentoso alimenta il caos che regna a Mosca, aggiungendosi alle voci di fine del mondo, prevista per il giorno di Santo Stefano il giovane, monaco orientale commemorato il 28 novembre. 

Dicono del libro
“A Mosca, negli anni della NEP, un cane viene trasformato in essere umano, ma il bisturi del chirurgo ha creato un sottoessere, pieno degli istinti più bassi. Allo stesso modo, si conclude, sono fallite nel compromesso e nel fiasco totale le grandi speranze bolsceviche di una umanità nuova, ottenibile rapidamente”
(Dalla quarta di copertina dell’ed. Garzanti, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

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“… Enrico è partito il 28 novembre 1909, imbarcandosi a Trieste per l’Argentina. senza avvisare quasi nessuno…”
Claudio Magris, Un altro mare

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“… Quando ne compirai 70?. Il ventotto novembre. Allora sarà magnifico, Taylor. Quel giorno diventerai uno dei nostri” esclamò Charmian…”
Muriel Spark, Memento mori