8 Febbraio

8 febbraio 2024

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La sera dell’otto febbraio raggiunsi il mio casino dove, all’ora fissata, arrivò M.M. con il suo onorevole cavaliere, e quando l’uomo si tolse la maschera, M.M. me lo presentò, dicendomi insieme al nome, anche i suoi titoli. Allora, Bernis mi disse che non vedeva l’ora di rifare la mia conoscenza, dal momento che, come aveva saputo dalla signora, ci eravamo già visti a Parigi. Mentre pronunciava queste parole, mi guardava con l’aria intenta che si assume quando si cerca di ricordare un volto

Giacomo Casanova, Storia della mia vita, ed. a cura di P. Chiara, F. Roncoroni, I Meridiani,
Mondadori 1992, vol. I, p.1018

Fra il 1754 e il 1755, “complicati maneggi” vedono impegnato Casanova con due donne, indicate dalle iniziali C.C. e M.M., e l’abate de Bernis, allora ambasciatore di Francia a Venezia. Fra la città e l’isola di Murano, fra conventi, chiese, case da gioco e casini privati, si svolgono gli incontri, annunciati da messaggi, fissati con anticipo nel corso di accordi segreti, come è avvenuto per questo, dell’8 febbraio. Casanova registra le date di molte feste religiose (il giorno di santa Caterina, Ognissanti), e i giorni memorabili per i colpi della sorte, lasciando diverse considerazioni sulla “più grande e potente delle entità astratte, il tempo” e sull’arte di rendere inavvertibile il suo corso. 

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31 Ottobre

31 ottobre 2023

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Con quell’idea buttai giù una breve domanda nella quale chiedevo, ad un’intelligenza immaginaria, in quale canto dell’Ariosto si trovasse la predizione del giorno della mia liberazione. Poi composi una piramide rovesciata con i numeri risultanti dalle parole della mia interrogazione, e sottraendo il numero nove da ciascuna coppia di cifre, trovai alla fine, per risultato, ancora il numero nove. Ritenni perciò che nel nono canto c’era quello che cercavo. Seguii lo stesso metodo per sapere in quale stanza, di quel canto, si trovava la predizione, e trovai il numero sette. Curioso infine di sapere in qual verso della stanza si trovasse l’oracolo, ottenni l’uno. Col cuore palpitante presi subito in mano l’Ariosto e trovai che il primo verso della settima strofa del nono canto era:

Tra il fin d’ottobre e il capo di novembre.

La precisione di quel verso, e il fatto di vederlo così appropriato al mio caso, mi sembrarono tanto mirabili che, senza dire di avervi prestato fede, il lettore mi vorrà perdonare se gli dichiarerò che mi disposi a fare tutto quello che dipendeva da me per favorire il verificarsi dell’oracolo. Lo strano è che “tra il fin d’ottobre e il capo di novembre” non v’è che mezzanotte, e fu precisamente al suono della campana di mezzanotte del 31 ottobre che io uscii dai Piombi, come il lettore vedrà

Giacomo Casanova, Fuga dai Piombi, 1787, ed. cons. a c. di G. Spagnoletti, Fuga dai Piombi – Il Duello, Rizzoli, 1989, pp. 132-133

Rinchiuso nella prigione dei Piombi a Venezia, Giacomo Casanova ha già tentato la fuga in agosto, ma un imprevisto cambio di cella ha mandato all’aria il suo piano. In ottobre, sta organizzando di nuovo la fuga fra Ognissanti e i Morti, quando gli Inquisitori di Stato prendono qualche giorno di vacanza. Cercando di decidere quale sia il giorno migliore per mettere in atto il progetto, Casanova confida in una rivelazione e si affida a un metodo usato nella sua epoca: la consultazione di un libro come se fosse un oracolo. Poiché ha a disposizione l’Orlando Furioso, Casanova – con un sistema che traduce le parole in numeri – interroga il poema dell’Ariosto e ottiene come responso un verso da cui deduce che la data migliore per fuggire corrisponde alla notte del 31 ottobre. 

 

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26 Luglio | VII kalendas Sextiles

26 luglio 2023

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Et plane interpellavit saltationis libidinem actuarius, qui tanquam Vrbis acta recitavit: “VII kalendas Sextiles: in praedio Cumano, quod est Trimalchionis, nati sunt pueri XXX, puellae XL; sublata in horreum ex area tritici milia modium quingenta; boves domiti quingenti. Eodem die: Mithridates servus in crucem actus est, quia Gai nostri genio male dixerat. Eodem die: in arcam relatum est, quod collocari non potuit, sestertium centies. Eodem die: incendium factum est in hortis Pompeianis, ortum ex aedibus Nastae vilici. — Quid, inquit Trimalchio, quando mihi Pompeiani horti empti sunt?

C. Petronii Satiricon LIII

A interrompere la sua foga ballerina venne il segretario, il quale lesse delle carte come se si trattasse di un foglio di annunzi governativi: “Ventisei luglio. Nel podere di Cuma, che è di Trimalcione, sono nati trenta bambini e quaranta bambine. Sono stati trasferiti dall’aia al granaio cinquecentomila moggi di frumento. Sono stati sottomessi al giogo cinquecento buoi. Lo stesso giorno è stato crocefisso lo schiavo Mitridate colpevole di aver parlato male del nostro Gaio. Lo stesso giorno sono stati messi in cassaforte dieci milioni di sesterzi per i quali non era stato trovato un investimento. Lo stesso giorno negli Orti Pompeiani è scoppiato un incendio iniziatosi nella casa del fattore Nasta”. “Cosa?” disse Trimalcione. “Quand’è che mi sono stati comperati i giardini di Pompeo?”

Petronio, Satiricon, tr. it. P. Chiara, Mondadori 1988, p.133

Il giovane Encolpio, in giro per il meridione d’Italia vivendo alla giornata, è arrivato – dopo diverse avventure – a casa di Trimalcione. Ricchissimo commerciante e proprietario di terre sterminate, Trimalcione possiede una schiera di servitori che tratta capricciosamente e vive con la moglie Fortunata in una dimora di gran lusso, dove è solito offrire banchetti sontuosi, che durano giorno e notte. Avvicinandosi al triclinio, Encolpio ha avuto modo di ammirare gli oggetti preziosi, le pitture e anche un calendario con i giorni favorevoli e quelli contrari, i pianeti e gli impegni del padrone. Durante il banchetto, fra danze, bevute di vino Falerno, giochi e indovinelli, un amministratore legge una relazione su quel che è successo nelle proprietà di Trimalcione il giorno settimo prima delle calende di agosto, cioè il 26 di luglio di un’estate antica.

 

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Diteci di oggi, #librodafuga

Gioco Diteci di oggi – Pagina99 we: settimana 25 ottobre – I novembre 2014 (si partecipa fino a lunedì 27 ottobre 2014)

Il blog Diconodioggi collabora con il giornale Pagina99 con Diteci di oggi: una rubrica di giochi e interazioni che hanno a che fare con la scrittura e con il tempo raccontato, in particolare con le date. Ogni settimana il gioco prende avvio da un’opera o da una pagina di letteratura in cui compare una data. Ecco la nuova proposta:

Si avvicina il primo novembre, Ognissanti, il giorno di tutti i Santi, che segue la notte di Halloween. Tempo di sortilegi, la notte fra il 31 ottobre e il I novembre fa la sua comparsa anche in una pagina delle memorie di Giacomo Casanova.

casanova

Fabio Fabbi, illustrazione per le Memorie di Giacomo Casanova, Nerbini, Firenze, 1920

Nel 1756, chiuso nella prigione veneziana dei Piombi, Casanova sta organizzando la fuga e per decidere quale sia il momento migliore per metterla in atto, si affida a un libro, l’Orlando Furioso di Ariosto.
Usando delle tecniche oracolari, individua una strofa del nono canto come quella in cui trovare la risposta.
Il primo verso dice: “Tra il fin d’ottobre e il capo di novembre” e Casanova lo interpreta come indicazione a scappare nella notte in cui il 31 diventa il primo giorno del mese successivo. E con l’aiuto di tutti i Santi, scappa dalla prigione.
L’invito è a scegliere anche noi un libro (o i libri) cui ci si potrebbe affidare in caso di fuga, spiegandone il motivo.

I testi, non più lunghi di 800 caratteri, vanno inviati a giochi@pagina99.it entro lunedì 27 ottobre, in modo da permettere la scelta per la pubblicazione sul giornale in edicola sabato I novembre. Si partecipa anche su Twitter con l’hashtag #librodafuga.

Qui l’antologia di tweet. Grazie a tutti i partecipanti!