18 Marzo

18 marzo 2024

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Il Balducci fu interrogato a sua volta: nel pomeriggio di quel giorno stesso, 18 marzo, a Santo Stefano del Cacco: per più ore: dal commissario capo: il giudice istruttore intervenne pro forma, “la questura teneva ancora in mano l’iniziativa delle indagini”. Ingravallo, stavolta, non se la sentì davvero. Un amico. Che, che! Non volle nemmeno presenziare. E poi, era chiaro, si sarebbe andati nel difficile: lo scabroso interrogatorio avrebbe finito con lo sminuzzolarsi nelle sofisticherie d’un particolare genere d’inquisizione, o col rompere a disgustose crudezze, d’un’indagine delle più crude

Carlo Emilio Gadda, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, 1957, ed. Garzanti 2007, Romanzi e racconti II, pp. 94-95

La vicenda del Pasticciaccio si svolge fra febbraio e marzo del 1927. La prima data che s’incontra è domenica 20 febbraio, Sant’Eleuterio, giorno in cui il commissario Ciccio Ingravallo va a pranzo – nel palazzo romano di via Merulana – da Remo Eleuterio Balducci e dalla moglie Liliana, che verrà assassinata il 17 marzo, pochi giorni dopo che nello stesso palazzo c’è stato un furto di gioielli. Il 18 è il giorno dell’interrogatorio del marito della signora Liliana, tornato a Roma col treno quella mattina stessa. Un giorno del mese di marzo, di cui Gadda richiama il clima ancora “riggido”, le nuvole, il vento che ghiribizza i capelli, gli spifferi e gli odori, i Santi, senza tralasciare un accenno alle Idi, cioè il 15, data in cui a Roma si spegnevano i termosifoni. L’indistricabile grumo degli accadimenti, insinuati su tanti piani della realtà e della memoria (“il sentiero del tempo si smarriva”), si puntella anche sul tempo del calendario. E c’è un calendario a fogli singoli, “omaggio di fin d’anno der pastarellaro dirimpetto”, appeso in casa d’Ingravallo. Nell’ultimo capitolo, segna il 21 marzo, ma in realtà è indietro di due giorni, poiché la “sora Margherita”, la padrona di casa, s’era scordata di togliere i foglietti dei giorni trascorsi. 

 

Dicono del libro

Dicono del libro
“Roma durante il fascismo. Il commissario di polizia don Ciccio Ingravallo è incaricato di svolgere un’inchiesta su un furto di gioielli avvenuto al 219 di via Merulana, una via popolare nel cuore di un vecchio quartiere. Nella casa abitano due amici del commissario: i coniugi Balducci, dai quali è solito andare a pranzo nei giorni festivi. Per lo scapolo don Ciccio Liliana Balducci è l’incarnazione della dolcezza e della purezza femminile. Un mattino, Liliana viene selvaggiamente assassinata nel suo appartamento: il furto dei gioielli e l’assassinio sono opera di una stessa persona? Da questi episodi prende il via il romanzo gaddiano, che, apparso in “Letteratura” nell’immediato dopoguerra, fu scritto a Firenze nel ricordo di un lontano soggiorno nella capitale (1926-27). Basandosi su un reale fatto di sangue, Gadda costruisce un intrigo poliziesco che gioca su un duplice registro: può essere letto, infatti, come eco del mondo e come bricolage letterario”
(dalla quarta di copertina dell’ed. Nuova Biblioteca Garzanti 2007)

 

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16 Marzo | 16 Mars

16 marzo 2024

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Quoi qu’il en soit, le 16 mars, alors que le ciel était pur, qu’avaient donc aperçu, ou cru 40 apercevoir, le maître et le serviteur ?… Pas moins qu’un bolide de forme sphérique se déplaçant sensiblement du Nord au Sud avec une excessive rapidité, et d’un tel éclat qu’il luttait victorieusement contre la lumière diffuse du soleil. Toutefois, comme sa distance de la terre devait mesurer un certain nombre de kilomètres, il eût été possible de le suivre, malgré sa vitesse, pendant un temps appréciable, si un intempestif brouillard ne fût venu empêcher toute observation

Jules Verne, La chasse au météore (1901)

Comunque, il 16 marzo, quando il cielo s’era schiarito, che cosa avevano visto  o creduto di vedere i due astronomi di Whaston?… Nientemeno che un bolide di forma sferica, che si spostava con straordinaria rapidità da nord a sud, e così luminoso da lottare vittoriosamente contro la luce diffusa del sole. Nonostante la rapidità con cui si spostava, siccome doveva distare dalla terra un certo numero di chilometri sarebbe stato possibile seguirlo per qualche tempo, se una nebbia intempestiva non fosse sopravvenuta a impedire ogni osservazione

Jules Verne, La caccia al meteorite, (1901), 1908 post., tr. it. tr. it. A cura di G. Ferrata, M. Spagnol, Mondadori 1970, pp.25-26

La vicenda fantastica di un meteorite d’oro – di cui uno scienziato cerca di indirizzare la caduta in Groenlandia – ha inizio nel mese di marzo, in Virginia, quando due  astronomi dilettanti scorgono un corpo celeste passare nel cielo. Da quel 16 marzo ha inizio, prima negli Stati Uniti e poi in tutto il mondo, la caccia al meteorite che dà il titolo a questo romanzo, in cui le date, le ore, le coordinate geografiche, le distanze dal suolo terrestre, le condizioni atmosferiche, sono parte integrante della storia. 

 

Dicono del libro

Dicono del libro
“Non esistono precise notizie sulla data di nascita di questo romanzo, pubblicato nel 1908, tre anni dopo la morte di Verne, quasi insieme a vari altri da lui lasciati inediti. La caccia al meteorite (La Chasse au Météore) si distacca in ogni modo largamente dalle immaginazioni tragiche o ansiose sul futuro dell’umanità, frequenti nell’ultimo periodo vissuto dallo scrittore (…) D’altra parte rientra nettamente in quel settore molto ampio dei Viaggi straordinari, dove fisica e astronomia sono presenti quasi di continuo”
(dall’introduzione di G. Ferrata, ed. Mondadori, op. cit.)

 

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15 Agosto | August 15th

15 agosto 2023

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I was born in the city of Bombay … once upon a time. No, that won’t do, there’s no getting away from the date: I was born in Doctor Narlikar’s Nursing Home on August 15th, 1947. And the time? The time matters, too. Well then: at night. No, it’s important to be more … On the stroke of midnight, as a matter of fact. Clock-hands joined palms in respectful greeting as I came. Oh, spell it out, spell it out: at the precise instant of India’s arrival at independence, I tumbled forth into the world. There were gasps. And, outside the window, fireworks and crowds. A few seconds later, my father broke his big toe; but his accident was a mere trifle when set beside what had befallen me in that benighted moment, because thanks to the occult tyrannies of those blandly saluting clocks I had been mysteriously handcuffed to history, my destinies indissolubly chained to those of my country. For the next three decades, there was to be no escape. 

Salman Rushdie, Midnight’s Children, 1980

Io sono nato nella città di Bombay… tanto tempo fa. No, non va bene, impossibile sfuggire alla data: sono nato nella casa di cura del dottor Narlikar il 15 agosto 1947. E l’ora? Anche l’ora è importante. Bè, diciamo di notte. No, bisogna essere più precisi… Allo scoccare della mezzanotte, in effetti. Quando io arrivai le lancette dell’orologio congiunsero i palmi in un saluto rispettoso. Oh, diciamolo chiaro, diciamolo chiaro; nell’istante preciso in cui l’India pervenne all’indipendenza, io fui scaraventato nel mondo. Ci fu chi boccheggiò. E, fuori della finestra, folle e fuochi d’artificio. Pochi secondi dopo, mio padre si ruppe un alluce; ma questo incidente era una bazzecola se paragonato a quel che era accaduto a me in quel tenebroso momento: grazie infatti alle tirannie occulte di quelle lancette dolcemente ossequianti, io ero stato misteriosamente ammanettato alla storia, e il mio destino indissolubilmente legato a quello del mio paese. Nei tre decenni successivi non avrei avuto scampo

Salman Rushdie, I figli della mezzanotte, 1980, tr. it. E. Capriolo, Garzanti 1987, p.11

Fra mezzanotte e l’una del 15 agosto 1947, mentre l’India, dopo il lungo dominio inglese, diventa indipendente, entro le frontiere del nuovo stato nascono mille e uno bambini, dotati di poteri e potenzialità straordinarie. Uno di loro – il narratore di questa storia mitica e allegorica – è Saleem Sinai, nato a Bombay in una famiglia benestante. La sua dote è vedere nei pensieri delle persone e collegare telepaticamente le menti degli altri bambini della mezzanotte. Scoprirà questo suo potere verso i dieci anni, così come scoprirà di non essere esattamente il figlio dei suoi genitori. Intanto, la storia dell’India procede, fra partizioni, conflitti di religione, ascesa di nuovi leader; una storia che non si può riassumere (come la vita di Saleem) e che ha inizio alla metà del sacro mese di agosto, mese di ricorrenze nazionali e feste religiose.

Dicono del libro

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