29 Gennaio | 29 January

29 gennaio 2024

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“Who’d buy a dead hotel in a ghost town?” said Mr Terle, quitly. “No. No, we’ll just set here and wait, wait for that great day, January 29th.”
Slowly, all three men stopped rocking. 
January 29th.
The one day in all the year when it really let go and rained.
“Won’t wait long.” Mr Smith tilted his gold railroad watch like the warm summer moon in his palm. “Two hours and none minutes from now it’ll be January 29th. But I don’t see nary a cloud in ten thousands miles”.
“It rained every January 29th since I was born!”

Ray Bradbury, The Day It Rained Forever, 1959 Harper Voyager (kindle edition)

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“E chi comprerebbe un albergo morto in una città fantasma?” chiese piano il signor Terle. “No. No, ce ne staremo qui seduti e aspetteremo; aspetteremo il grande giorno, il 29 gennaio”.
Lentamente, i tre uomini smisero di dondolare.
29 gennaio.
L’unico giorno in tutto l’anno quando veramente il tempo mollava e si metteva a piovere.
“Non abbiamo molto da aspettare.” Il signor Smith inclinò l’orologio d’oro che sembrava una luna piena nel palmo della mano. “Fra due ore e nove minuti sarà il 29 gennaio. Ma non vedo nemmeno una nuvola in diecimila miglia”.
“Ha piovuto tutti i 29 gennaio dacché sono nato”

Ray Bradbury, Il giorno in cui piovve sempre, 1959, tr. it. L. Grimaldi, in Il grande mondo laggiù, Mondadori, 1984, p. 298

In un albergo nel deserto, fra pagine di calendario che volteggiano nella polvere, e tanta accidia, tre uomini attendono la pioggia il 29 gennaio, il giorno che non ha mai tradito le aspettative. Ma invece dell’acqua, arriverà una sorpresa altrettanto rigenerante, sotto forma della signorina Blanche, insegnante di musica e suonatrice di arpa. 

Dicono del libro
“A partire dalla metà degli anni Cinquanta Bradbury è stato considerato il più ‘letterario’ tra gli autori americani di fantascienza, a riprova della grande fortuna riscossa dalle sue opere e dalla originalità riconosciuta alle sue idee e al suo modo evocativo di raccontare”
(dall’introduzione all’ed. Mondadori, op. cit.)

 

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24 Gennaio | January 24

24 gennaio 2024

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What Cornell did on January 24, 1947.
Shaved and dressed and waved good-bye to Robert on porch (Mother shopping). Waved to Robert from train. So far uneventful but rest of day picked up that kind of richness in which a revealing in detail becomes such a feast of experience – went all the way in to Penn Station. Just before going under tunnel looked up at freight cars – the word Jane scrawled on a box-car in large letters, red with a touch of pink, then toches of primary colors mingling with a scene of men working on the tracks with a long crane mounted on a car – all over in a flash but evoking a strong feeling

Charles Simic, Dime-Store Alchemy. The Art of Joseph Cornell (1992), New York Review Book

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24 gennaio 1947. Una giornata di Cornell

“Mi sono sbarbato, vestito, ho salutato Robert sulla veranda (la mamma era a far spesa). Un saluto a Robert dal treno. Fin qui niente di particolare, ma il resto della giornata ha accumulato quel genere di ricchezza per cui il godimento dei dettagli si trasforma in un’esperienza grandiosa – sono arrivato fino alla Penn Station. Un attimo prima di infilarmi nel tunnel ho alzato lo sguardo verso i carri merci – la parola Jane scarabocchiata su un vagone a larghe lettere, rosse con una punta di rosa, poi tocchi di colori primari che si fondevano in una scena di uomini al lavoro sui binari accanto a un’alta gru montata su un vagone – tutto come in un flash, ma evocando sensazioni forti

Charles Simic, Il cacciatore di immagini, 1992, tr. it. A. Cattaneo, Adelphi, Milano 2005, p. 29

Joseph Cornell (Nyack, NY 1903 – New York 1972) è un artista statunitense noto soprattutto per la sua produzione di scatole di legno chiuse da un vetro, in cui sono assemblati oggetti d’affezione (pipe d’argilla, piume, conchiglie, quadranti, spirali) che compongono delle partiture plastiche affascinanti e dense di significati. Dai primi esemplari di scatola della metà degli anni Trenta (Untitled. Soap Bubble Set, 1936) realizzati in sintonia con le invenzioni di Max Ernst e con le suggestioni surrealiste conosciute a New York nella galleria di Julien Levy, fino agli ultimi esperimenti con la tecnica del collage, le opere di Cornell si basano tutte sulla costruzione di collegamenti e risonanze tra frammenti trovati. Dalla sua casa in Utopia Parkway, dove viveva con la madre e il fratello Robert, Cornell partiva per il centro della città, dove camminava e osservava, in cerca di quei “quattro o cinque oggetti ancora sconosciuti che vanno insieme” e che, “una volta insieme, faranno un’opera d’arte”. Nel libro Il cacciatore di immagini (in inglese Dime-store Alchemy), il poeta Charles Simic immagina una giornata di gennaio dell’artista, con le sue consuetudini e gli incontri casuali che si trasformano in sorprese e ispirazioni. Una giornata unica, come tante. 

Dicono del libro

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6 Agosto | August 6.

6 agosto 2023

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August 6. This day we were blessed by a brisk and continual rain, lasting from about noon until after dark. Bitterly did we now regret the loss of our jug and carboy; for, in spite of the little means we had of catching the water, we might have filled one, if not both of them. As it was, we contrived to satisfy the cravings of thirst by suffering the shirts to become saturated, and then wringing them so as to let the grateful fluid trickle into our mouths. In this occupation we passed the entire day.

Edgar Allan Poe, The Narrative of Arthur Gordon Pym, 1838

6 agosto. Si ebbe quel giorno la benedizione di una pioggia fitta e continua che durò da mezzogiorno sin quasi all’imbrunire. Rimpiangemmo allora amaramente la perdita della nostra brocca e della nostra damigiana; dappoiché, nonostante i mezzi insufficienti di cui ci trovavamo a disporre per raccogliere l’acqua, avremmo certo potuto riempire l’una o l’altra, se non proprio tutte e due. Riuscimmo, in ogni modo, a calmare gli ardori della nostra sete lasciando che le camicie si impregnassero d’acqua per spremerci quindi in bocca, torcendole, il liquido benefico. Fu intenti a questo che trascorremmo la giornata

Edgar Allan Poe, Le avventure di Gordon Pym, 1838, tr. it. E. Vittorini, ed. cons. Mondadori, 1990, p. 132

Nell’inquietante viaggio del giovane Arthur Gordon Pym, imbarcatosi di nascosto sulla baleniera Grampus, le date fissano eventi come l’ammutinamento dei marinai, le tempeste, la discesa in terre enigmatiche e pericolose, la perdita delle provviste, con la conseguente ricerca disperata dell’acqua da bere. La pioggia del 6 agosto, in una zona a sud dell’equatore, è una benedizione, che prelude all’avvistamento – il giorno successivo – di una goletta. L’acqua raccolta ingegnosamente durante la pioggia australe diventa quasi un modo di tenere la scansione del tempo, nel lungo vagare del protagonista per mari e terre che ancora sfuggono alla misura.

Dicono del libro

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