19 Agosto

19 agosto 2013

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19 agosto 17**

Ieri lo straniero mi ha detto: “Avrete senz’altro capito, capitan Walton, che ho sofferto grandi e incomparabili disgrazie. In un primo tempo ero determinato a portare la memoria di questi dolori nella tomba; ma voi mi avete convinto a mutare proposito. Voi cercate sapienza e saggezza, come anch’io ho fatto un giorno; spero ardentemente che l’esaudimento dei vostri desideri non si trasformi in un serpente che vi aggredisca, come è accaduto per me.” […] Aggiunse che avrebbe iniziato il racconto il giorno successivo, quando fossi stato libero. Lo ringraziai con calore. Ho deciso di registrare ogni sera, quando i miei doveri non mi reclamano imperiosamente, ciò che mi narra durante il giorno, riportando per quanto possibile le sue stesse parole. Se sarò troppo impegnato, ne prenderò almeno degli appunti. Il manoscritto ti darà sicuramente grande piacere; ma anch’io, che lo ascolto dalle sue stesse labbra, con quale interesse e affetto lo rileggerò un giorno, nel futuro! Già ora, all’inizio di questo compito, la sua voce ben modulata mi risuona all’orecchio; i suoi occhi lucidi si fissano su di me, con dolce malinconia 

Mary Shelley, Frankenstein, 1818, tr. it. M. P. Saci, F. Troncarelli, Garzanti 1991, p.29

Scritto in Svizzera nell’estate inclemente del 1816, umida e piovosa, Frankenstein di Mary Shelley (che il 30 agosto di quell’anno avrebbe compiuto diciannove anni), è un romanzo che si compone di lettere, resoconti, confessioni di tre personaggi: l’esploratore e scienziato Robert Walton, il dottor Frankenstein e la creatura. Walton, in viaggio verso il Polo Nord, si imbatte fra i ghiacci in un naufrago che gli racconta le terribili esperienze che lo hanno condotto fin là. È il dottor Frankenstein, colui che ha creato la vita componendo membra di uomini morti. Il 19 agosto è la data dell’ultima lettera che Walton scrive alla sorella raccontandole dell’incontro con Frankenstein, prima che la parola passi a questi e alla “strana, ossessiva storia” della sua creazione. 

 

Dicono del libro
“Il 1816 è conosciuto come ‘l’anno senza estate’. A causa dell’eruzione del vulcano Tamboro in India e delle polveri penetrate nella stratosfera, i mesi estivi furono freddi e spesso piovosi. In quell’estate vide la luce Frankenstein, terrificante storia di un mostro scritta da una giovane donna di appena diciannove anni (…) La narrazione dell’avventura di Frankenstein, l’inventore, e della sua creatura, scaturisce dall’abile intrecciarsi di tre storie, di tre destini che si incrociano”.

(Dal profilo storico-critico di M. P. Saci nell’ed. Garzanti, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

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“… 19 agosto. Il vento si mantiene costante, l’ittiosauro non è più emerso, né abbiamo incontrato altri mostri…”

Jules Verne, Viaggio al centro della Terra

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“… Il 19 agosto Prokop Holy consegnò a Pohorak sei fiorini interi, di cui due come mancia regale…”
Jan Neruda, Come fu che il dì 20 di agosto….

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“… Quando uscì, la guerra era una realtà, e fiorì in continue sparatorie fino al 19 agosto 1903…”
Jorge Luis Borges, Monk Eastman, il procuratore di iniquità

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“… Il 19 agosto non era la data stabilita per la caduta del meteorite?…”
Jules Verne, La caccia al meteorite

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“… al ristorante sul lago, un diciannove agosto, giorno del mio compleanno, dopo una passeggiata con Alfredo, vedo lei assorta…”
Marisa Volpi, La casa di via Tolmino