31 Gennaio

31 gennaio 2013

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Che M. fosse costretto a simulare quell’ultima sera – fu mercoledì 31 gennaio 1973 – quando arrivò all’improvviso dopo una lunga assenza, in compagnia della sua amica, molto più giovane di lui, una sua ex allieva, per restituire un libro preso in prestito (Musil: L’uomo senza qualità), era nella natura delle cose. Sapeva che era l’ultima sera della sua vita. Nella giacca a vento che la ragazza appese in corridoio doveva trovarsi la lettera che spedirono quella sera stessa: dissero che non potevano trattenersi, dovevano ancora andare alla posta

Christa Wolf, Trama d’infanzia, 1976, tr. it. A. Raja, edizioni e/o, 1992, pp. 126-7

 

Raffronti di date e continui salti dall’oggi (gli anni Settanta in cui il libro viene scritto) all’oggi (gli anni Trenta, Quaranta e oltre) della materia raccontata: la scrittrice tesse una vera trama nel tempo, mentre narra di Nelly, bambina e adolescente durante il Nazismo e la guerra, della sua famiglia, della sua città, passata dalla Germania alla Polonia, dei mutamenti di regime, delle ondate di paura, delle speranze, dell’aderenza al presente che continuamente si aggiorna.
Il libro è costellato di riflessioni sul tempo: “Il passato non è morto; non è nemmeno passato. Ce ne stacchiamo e agiamo come fosse estraneo” e soprattutto di date, come questa del 31 gennaio del 1973, un’incursione del ‘presente’ nell’allora (il 1935) che viene raccontato nella pagina.

 

Dicono del libro
Trama d’infanzia, romanzo scritto a metà degli anni Settanta, è il capolavoro di Christa Wolf. Prendendo le mosse dal viaggio che una donna sulla quarantina intraprende nel luglio del 1971 – insieme al marito H., al fratello Lutz, alla figlia Lenka – per andare a rivedere la sua città natale dopo decenni di assenza, Christa Wolf racconta una storia emblematica di quella generazione di tedeschi cresciuta negli anni Trenta, sotto il Terzo Reich, spettatrice adolescente del crollo del nazismo”
(dalla quarta di copertina, ed. e/o, op. cit.)

 

 

 

 

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“… 31 gennaio Lieve diminuzione del freddo. Furor di pulizia nella casa…”
Saul Bellow, L’uomo in bilico« »

 

Che M. fosse costretto a simulare quell’ultima sera – fu mercoledì 31 gennaio 1973 – quando arrivò all’improvviso dopo una lunga assenza, in compagnia della sua amica, molto più giovane di lui, una sua ex allieva, per restituire un libro preso in prestito (Musil: L’uomo senza qualità), era nella natura delle cose. Sapeva che era l’ultima sera della sua vita. Nella giacca a vento che la ragazza appese in corridoio doveva trovarsi la lettera che spedirono quella sera stessa: dissero che non potevano trattenersi, dovevano ancora andare alla posta

Christa Wolf, Trama d’infanzia, 1976, tr. it. A. Raja, edizioni e/o, 1992, pp. 126-7

Raffronti di date e continui salti dall’oggi (gli anni Settanta in cui il libro viene scritto) all’oggi (gli anni Trenta, Quaranta e oltre) della materia raccontata: la scrittrice tesse una vera trama nel tempo, mentre narra di Nelly, bambina e adolescente durante il Nazismo e la guerra, della sua famiglia, della sua città, passata dalla Germania alla Polonia, dei mutamenti di regime, delle ondate di paura, delle speranze, dell’aderenza al presente che continuamente si aggiorna.
Il libro è costellato di riflessioni sul tempo: “Il passato non è morto; non è nemmeno passato. Ce ne stacchiamo e agiamo come fosse estraneo” e soprattutto di date, come questa del 31 gennaio del 1973, un’incursione del ‘presente’ nell’allora (il 1935) che viene raccontato nella pagina.

Dicono del libro
Trama d’infanzia, romanzo scritto a metà degli anni Settanta, è il capolavoro di Christa Wolf. Prendendo le mosse dal viaggio che una donna sulla quarantina intraprende nel luglio del 1971 – insieme al marito H., al fratello Lutz, alla figlia Lenka – per andare a rivedere la sua città natale dopo decenni di assenza, Christa Wolf racconta una storia emblematica di quella generazione di tedeschi cresciuta negli anni Trenta, sotto il Terzo Reich, spettatrice adolescente del crollo del nazismo”

(dalla quarta di copertina, ed. e/o, op. cit.)