Il suono dell’8. Giacinto Scelsi, di Luigi De Angelis

Il compositore e poeta Giacinto Scelsi (anagramma: “ascolti segnici”) nasceva in Liguria  l’8 gennaio 1905. “Devoto del numero 8, in cui riconosceva le risonanze dell’infinito, l’appartenenza dei due cerchi a due mondi paralleli, avrebbe perso conoscenza il giorno “in cui tutti gli 8 si metteranno in fila”, l’8/8/88, diventando così anch’esso una nota pulsante, appartenente alle infinite vibrazioni dell’universo…”. 

Nell’anniversario della nascita, di lui ci parla Luigi De Angelis, della bottega teatrale Fanny & Alexander, che da tempo lo studia:

“Un velo / contiene l’aria / e la linea di un alone” – “Come compongo? In uno stato di lucida passività” G. Scelsi

Si conosce poco ancora il compositore e poeta Giacinto Scelsi. Fu un solitario e non parlava di sé come di un vero e proprio autore. Diceva di potere solamente lasciare delle tracce, di essere “un semplice postino dalle suole usurate, che trasmette dei dagherrotipi carichi di sogni”.

scelsi

Firma di Scelsi dalla scheda della Fondazione Isabella Scelsi

La sua firma era un segno Zen, uno “O” (zero) sottolineato da un tratto… La musica era per lui un’esperienza, un mezzo di conoscenza. Ricercava nell’universo del suono le risonanze tra i mondi, perché considerava che un mondo può esistere senza musica ma non può esistere senza suono. In una sola nota, diceva, c’è un mondo intero. Così dava un’importanza immensa all’improvvisazione, alla qualità speciale del tempo che scorre durante gli istanti privilegiati dell’intuizione in cui poteva”trasmettere” dei messaggi in un modo passivo ma lucido, con una sottomissione determinata e impersonale. La maggior parte delle sue composizioni sono delle trascrizioni delle sue improvvisazioni al pianoforte o a uno strumento elettronico, l’Ondiola, che egli registrava su banda magnetica, per arrivare a un’architettura compositiva a posteriori dell’intuizione musicale.

“Cercate di riflettere a quello che nel sogno corrisponde allo scorrere del tempo: una giornata intera, un viaggio dal lungo corso possono svolgersi  (nello spazio di cinque minuti o meno […]. Esiste una rapidità di percezione interiore, al momento in cui le forze superiori ci penetrano, che è sproporzionata rispetto alle reazioni fisiche de controllo del pensiero. […] In fondo, chi sono questi uomini che creano delle opere d’arte in un modo così particolare, tramite la manifestazione di forze superiori con le quali intrattengono una relazione? Essi sono degli intermediari tra un mondo e l’altro. […] Non sono un profeta, io non sono forse nient’altro che un piccolo intermediario. Mi piacerebbe anche che mi si considerasse semplicemente come un “postino”, colui che a volte riceve dei messaggi da trasmettere, e che si accinge a consegnarli.” (G.S.)

GS

“Non potendo vedere chiaro, noi vogliamo, con tutti i mezzi, vedere chiaramente l’oscurità”, si legge in Freud.
Il musicologo Marius Schneider ne Il Significato della Musica dice che nelle civiltà antiche il musicista è colui che è capace “di udire la voce segreta di tutti gli oggetti animati o inanimati, e di rifletterli.” Egli ha al suo interno una “caverna di risonanza” che riesce a far cantare, diventando lui stesso canto, carpendo “la voce di un dio”. È spesso simboleggiato con la stella del mattino, la quale lega il giorno e la notte e il cielo e la terra. La stella del mattino viene spesso raffigurata come un dio cieco (con gli occhi bendati) che cammina nelle tenebre. “Il musico si colloca allora tra due mondi, tra il cielo e la terra, tra la vita e la morte.” Proprio per questa sua collocazione ambigua il musico è spesso ai margini della società, non appartiene né alla società degli uomini né a quella degli dei.

Giacinto Scelsi era davvero un musico così. Devoto del numero 8 (qui l’Octologo, i suoi 8 comandamenti) in cui riconosceva le risonanze dell’infinito, l’appartenenza dei due cerchi a due mondi paralleli, ha perso conoscenza il giorno “in cui tutti gli 8 si metteranno in fila”, l’8/8/1988, diventando così anch’esso una nota pulsante, appartenente alle infinite vibrazioni dell’universo…
Luigi De Angelis, gennaio 2015

Le citazioni sono tratte da L’homme du son e Les Anges sont ailleurs, Actes Sud.
Scheda della Fondazione Isabella Scelsi, Roma
Link all’esecuzione del primo dei Quattro pezzi per orchestra su una nota sola
Il racconto autobiografico di Giacinto Scelsi, Il sogno 101, Quodlibet

 

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