24 Dicembre | 24 décembre

24 dicembre 2023

« »

Un matin, au point du jour (c’était le 24 décembre 1744), Paul, en se levant, aperçut un pavillon blanc arboré sur la montagne de la Découverte. Ce pavillon était le signalement d’un vaisseau qu’on voyait en mer. Paul courut à la ville pour savoir s’il n’apportait pas des nouvelles de Virginie. Il y resta jusqu’au retour du pilote du port, qui s’était embarqué pour aller le reconnaître, suivant l’usage. Cet homme ne revint que le soir Il rapporta au gouverneur que le vaisseau signalé était le Saint-Géran, du port de 700 tonneaux, commandé par un capitaine appelé M. Aubin ; qu’il était à quatre lieues au large, et qu’il ne mouillerait au Port-Louis que le lendemain dans l’après-midi, si le vent était favorable. Il n’en faisait point du tout alors.

Bernardin de St-Pierre, Paul et Virginie, 1787

Una mattina, all’alba (era il 24 dicembre 1744) Paul scorse, alzandosi, una bandiera bianca inalberata sul monte La découverte. Era il segnale di un bastimento che si vedeva in mare. Paul corse in città nella speranza che portasse notizie di Virginie, e vi rimase fino al ritorno del pilota del porto che era salito sul bastimento, secondo l’usanza, per procedere al riconoscimento. L’uomo non tornò fino alla sera. Riferì al governatore che il bastimento segnalato era il Saint-Géran, aveva una portata di settecento tonnellate ed era comandato dal capitano M. Aubin; si trovava a quattro leghe al largo, e avrebbe gettato l’ancora nelle acque di Port-Louis il pomeriggio del giorno seguente, in caso di vento favorevole. Per il momento di vento non ne tirava affatto

Bernardin de Saint-Pierre, Paul e Virginie, 1787 tr. it. R. Carifi, Bompiani, 1995, pp. 100-101

La vicenda di Paul e Virginie si svolge nel Settecento nell’isola Mauritius, dove i due protagonisti sono cresciuti insieme sin da piccoli. Figli di due donne francesi che hanno dovuto rifarsi una vita lontano dalla patria, i due giovani sono vissuti felicemente nella natura, ignari della civiltà, finché Virginie non è stata costretta a tornare in Francia per una questione di eredità. Dopo una lunga assenza, la ragazza ritorna all’isola, al suo piccolo paradiso e al suo innamorato. La nave ha affrontato la traversata nel periodo degli uragani ed è giunta in prossimità dell’isola il 24 dicembre, giornata afosa, col cielo coperto di nubi basse. È il segno che di lì a poco si scatenerà una tempesta, dalla quale non tutti i passeggeri della nave riusciranno a salvarsi. Malgrado gli sforzi di Paul, Virginie sarà travolta dalle acque a poca distanza dalla riva, nel caldo del dicembre australe. 

Dicono del libro

Continue reading “24 Dicembre | 24 décembre” »

16 Novembre | November sixteenth

16 novembre 2023

« »

The darkest day of my life dawned in western Arizona on November sixteenth. It was a bone-dry morning like all the others, and by ten o’clock we were crossing the California border to begin our glide through the Mojave toward the coast. I let out a little whoop od celebration when we passed that milestone and then settled in for that last leg of the journey. The master was clipping along at a nice speed, and we figures we’d make it to Los Angeles in time for dinner. 

Paul Auster, Mr Vertigo, 1994

Il giorno più cupo della mia vita vide l’alba nell’Arizona occidentale il sedici di novembre. Era una mattinata asciutta come tutte le altre, e verso le dieci stavamo attraversando il confine con la California per incominciare a risalire il fiume Mojave e avvicinarci alla costa. Quando superammo quella pietra miliare del tragitto e ci preparammo ad affrontare l’ultima tappa del viaggio, io mi concessi un sommesso hurrà celebrativo. Il maestro procedeva a velocità spedita e pensavamo di essere a Los Angeles in tempo per la cena

Paul Auster, Mr Vertigo, 1994, tr. it. S. Basso, Einaudi1995, p. 204

Dicono del libro
“Walt è un povero orfano senza futuro nella St.Louis degli anni Venti, ma possiede un dono naturale, e trova qualcuno deciso a sfruttarlo. Maestro Yehudi, mezzo stregone e mezzo ciarlatano, è l’ebreo ungherese che in tanti anni di duro tirocinio gli insegnerà la meravigliosa arte di volare facendo di lui un’attrazione da circo. Nelle sue peregrinazioni il bambino volante si ritrova tra incursioni del Ku Klux Klan, storie di gangster, giocatori di baseball e, nella Chicago degli anni Trenta, finisce con l’aprire un locale destinato a diventare famoso, il Mr Vertigo. Finché un giorno Walt ritorna normale e smette di essere un fenomeno. Ed è allora che il destino si compie in tutta la sua grandezza: riconoscendo nella storia di Dizzie Dean, campione in declino che non sa smettere di giocare, la propria storia, Walt comprende che importante non è solo volare ma anche capire quando si deve tornare a terra e vivere con dignità la vita di ogni uomo, del più anonimo e banale degli uomini”.
(Dalla quarta di copertina dell’ed. Einaudi, op. cit.)

 

Continue reading “16 Novembre | November sixteenth” »

22 Ottobre

22 ottobre 2023

« »

Il ventidue ottobre, all’alba, Artemisia partì. La verità non sta nella data, ma nelle parole eternamente eguali che la fissarono. Ma una data occorre: come occorse, per far balzare il cuore di una giovane che non si è mai mossa di casa e ci ha patito vergogna. I facchini trasportarono le casse e un angolo della più pesante sbreccò il muro della scala. I vicini stupirono. Giambattista Stiattesi, suocero inonorato, alzò le mani al cielo per molti giorni susseguenti. Ma intanto la biondina partiva, seduta fra suo padre e un grosso frate romagnolo che tornava, lo disse subito, a Bologna. Dopo una notte passata sulla seggiola, vestita, l’immobilità precaria di quel primo istante di viaggio le dava una vertigine di eternità

Anna Banti, Artemisia, 1947, Bompiani, 1994, p. 37

Artemisia, la figlia del pittore toscano Orazio Gentileschi vive a Roma con i fratelli, senza madre, disegnando e dipingendo dentro casa. Molto giovane, ha subito uno stupro da parte di un uomo sposato, anche lui pittore, che l’ha lasciata disonorata e sempre più concentrata sulla  pittura. Sono i primi anni del Seicento. Il padre Orazio ha deciso di partire per Firenze e di portare con sé Artemisia,  a patto che prima lei si sposi con un vicino. Il giorno della partenza è il 22 ottobre, una data memorabile per una ragazza che “non si è mai mossa di casa” e per la quale il viaggio – accanto al padre molto temuto e molto amato – è una pausa di libertà dai vincoli del tempo e della storia.

Dicono del libro

 

Continue reading “22 Ottobre” »

3 Marzo

3 marzo 2013

« »

Un mozzo dall’alto della coffa gridò: “Terra!”. Era il suolo della Grecia, con le montagne della Morea che si scorgevano all’orizzonte. Un vento fresco portava la nave, che correva veloce. Il nome della Grecia risvegliò il coraggio di Octave: “Ti saluto, “si disse “o terra degli eroi!”. E a mezzanotte, il 3 di marzo, mentre la luna sorgeva dietro il monte Kalos, una mistura d’oppio e di digitale preparata da lui stesso liberò dolcemente Octave da quella vita che era stata così agitata per lui. All’alba lo trovarono senza moto sul ponte, sdraiato su alcuni cordami. Aveva il sorriso sulle labbra, e la sua rara bellezza colpì persino i marinai incaricati di seppellirlo. La causa della sua morte fu sospettata in Francia dalla sola Armance

Stendhal, Armance, 1827, tr. it. M. Bonfantini, Einaudi 1976, p.180

Il tre marzo è la data che chiude la storia di una coppia di giovani francesi al tempo della Restaurazione. Lui è Octave de Malivert, “gentiluomo ventenne” affascinante e tormentato; lei è la cugina Armance de Zohiloff. La loro attrazione reciproca attraversa ostacoli esterni e interni. Dopo sposati, Octave decide di andare a combattere per la libertà del popolo greco, lasciando la moglie in Francia. Si darà la morte sulla nave che lo porta in Grecia, dopo aver scritto, ogni giorno del viaggio, una lettera. 

Dicono del libro
“Storia del tormentato amore tra due giovani, ‘Armance’ (1827) è il primo romanzo di Stendhal, che vi prova i temi che gli sono cari, gli abbandoni amorosi e poetici, l’arguzia sottile. Tanto da offrire un esempio tipico in ogni storia stendhaliana, del rapporto tra interessi sociali e politici, da un lato, e sfrenato individualismo, esclusiva passione d’amore, dall’altro”

(dalla quarta di copertina dell’ed. Einaudi, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

tn-1

“… Il giorno dopo, il 3 marzo, passata l’una dopo mezzogiorno, duecentocinquanta membri del club e cinquanta invitati attendevano per il pranzo il caro ospite…”
Lev Tolstoj, Guerra e pace


tn-1

 

“… La lettera portava la data del 3 marzo. Dopo aver finito di leggere restai seduto sulla veranda a guardare il giardino…”
Murakami Haruki, Norwegian Wood« »

Un mozzo dall’alto della coffa gridò: “Terra!”. Era il suolo della Grecia, con le montagne della Morea che si scorgevano all’orizzonte. Un vento fresco portava la nave, che correva veloce. Il nome della Grecia risvegliò il coraggio di Octave: “Ti saluto, “si disse “o terra degli eroi!”. E a mezzanotte, il 3 di marzo, mentre la luna sorgeva dietro il monte Kalos, una mistura d’oppio e di digitale preparata da lui stesso liberò dolcemente Octave da quella vita che era stata così agitata per lui. All’alba lo trovarono senza moto sul ponte, sdraiato su alcuni cordami. Aveva il sorriso sulle labbra, e la sua rara bellezza colpì persino i marinai incaricati di seppellirlo. La causa della sua morte fu sospettata in Francia dalla sola Armance

Stendhal, Armance, 1827, tr. it. M. Bonfantini, Einaudi 1976, p.180

Il tre marzo è la data che chiude la storia di una coppia di giovani francesi al tempo della Restaurazione. Lui è Octave de Malivert, “gentiluomo ventenne” affascinante e tormentato; lei è la cugina Armance de Zohiloff. La loro attrazione reciproca attraversa ostacoli esterni e interni. Dopo sposati, Octave decide di andare a combattere per la libertà del popolo greco, lasciando la moglie in Francia. Si darà la morte sulla nave che lo porta in Grecia, dopo aver scritto, ogni giorno del viaggio, una lettera. 

Dicono del libro
“Storia del tormentato amore tra due giovani, ‘Armance’ (1827) è il primo romanzo di Stendhal, che vi prova i temi che gli sono cari, gli abbandoni amorosi e poetici, l’arguzia sottile. Tanto da offrire un esempio tipico in ogni storia stendhaliana, del rapporto tra interessi sociali e politici, da un lato, e sfrenato individualismo, esclusiva passione d’amore, dall’altro”

(dalla quarta di copertina dell’ed. Einaudi, op. cit.)