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Emily DiCarlo, ISST, Study of time, Time
Fondata nel 1966 da J.T. Fraser, l’International Society for the Study of Time (ISST) è una rete interdisciplinare di persone interessate al tema del tempo. Ne fanno parte studiosi e studiose indipendenti, o collegate a istituzioni accademiche, in un ventaglio di discipline scientifiche e umanistiche, dalla fisica alla sociologia, dalla narrativa alla musica, dalla filosofia alle tecniche di misurazione. Non mancano – nella rosa delle collaborazioni – artisti e artiste contemporanee, fra cui citiamo Emily DiCarlo che ha anche la responsabilità di curare il magazine annuale dell’ISST, dal titolo “Time’s News”.
Nell’archivio dei post di diconodioggi, si ritrova ogni anno la segnalazione del nuovo numero ed ecco quello appena uscito.

Due notizie importanti sono riportate in apertura e chiusura di questa edizione e riguardano:
la prima, il lavoro sul logo e sulla nuova immagine coordinata dell’ISST, condotto dallo Studio Castrodale, che sceglie “l’accostamento primario del bianco e del cobalto” e inclina le S di Society e Study, racchiuse in verticale dalla I di International, maiuscola graziata, e dalla T maiuscola del Tempo/Time;

la seconda notizia è l’annuncio della diciannovesima conferenza triennale dell’ISST, dal titolo Time and Entanglement, che si terrà all’Università di Cagliari dal 28 giugno al 3 luglio 2026.
L’entanglement, un termine che evoca complessi processi di interrelazione tra fenomeni, “ci costringe a pensare simultaneamente su scale temporali multiple, come accade nel caso dell’entanglement ecologico”. Nel suo spirito profondamente interdisciplinare, l’ISST invita a proporre – per l’incontro dell’estate del 2026 – interventi sugli aspetti fisici, ecologici, sociali e tecnologici, politici e storici, narrativi dell’entanglement, con una riflessione sul pensiero del fondatore J.T. Fraser e sulla “sua teoria gerarchica del tempo”.
Fa da viatico alla conferenza cagliaritana, la partitura verbo-visiva e sonora di Susan Banyas dal titolo Sardinia Suite.
Fra le due notizie, trovano posto il saluto della presidentessa dell’ISST Carmen Leccardi; la conversazione tra Tom Hoffman e Jo Parker sul concetto di Timefulness; un intervento di Chlore Gracia Roberts, Timesmiths Assemble; importanti segnalazioni di pubblicazioni recenti; il ricordo dell’artista, ricercatore e attivista del tempo Nicholas Tresilian e, come sempre, una piccola antologia di opere legate al tempo, curata da Laura Leuzzi e me: Visualizing Time.

Ringraziamo gli artisti e le artiste che hanno accettato di comparire con le loro opere in questa rassegna crono-centrica: Pietro Ruffo, con alcune immagini della sua mostra L’ultimo meraviglioso minuto, ispirata alla metafora di Rebecca Wragg Sykes e alle sue ricerche interdisciplinari sui tempi della terra; Alessandro Pasero e Giorgiomaria Cornellio che con il loro Circo interpretano il mese di giugno nel calendario progettato da Francesco Iacovino (Mettere su casa); il poeta Alec Finlay con con il suo diario Calendar e Moira Ricci con alcune immagini della serie 20.12.53 – 10.08.04 in cui l’artista incrina l’irrimediabilità del passato, inserendo la sua sagoma di spettatrice nelle fotografie della madre giovane.
A chiunque voglia partecipare alla XIX Conferenza dell’ISST: la scadenza per la presentazione dei contributi a questo indirizzo è il 15 agosto 2025.
(a.s.)
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Emily DiCarlo, ISST, Kronoscope, power-chronography, temporality
Si deve all’artista e ricercatrice canadese Emily DiCarlo la cura dell’ultimo numero della rivista “KronoScope” (Issue 2, April 2025), dal titolo Subaltern Temporalities. Un numero speciale, che dà voce “alla pluralità di esperienze del tempo che resistono alle strutture temporali dominanti”, esplorando le sfumature, le intersezioni, la complessità degli approcci politico-culturali all’esperienza del tempo. Come accade in tutti i numeri della storica rivista, collegata all’International Society for the Study of Time (l’associazione fondata nel 1966 da J.T. Fraser), la prospettiva di indagine è interdisciplinare, aperta a metodi e sguardi critici diversi, che mettono in risonanza i linguaggi artistici della rappresentazione, le dinamiche globali, i mutamenti delle società, le aperture delle scienze.
“Il tempo, come esperienza vissuta, emerge attraverso l’interazione tra identità e strutture di potere, dove fattori come il genere, la classe, la razza, la neurodiversità e la sessualità danno forma a sensibilità temporali distinte” è l’incipit di questa raccolta di saggi, per la quale DiCarlo cita e riprende un libro del 2014 dell’ esperta di teoria dei media Sarah Sharma, In the Meantime: Temporality and Cultural Politics. Basandosi su osservazioni e ricerche di taglio etnografico, psicologico e sociale, Sharma sviluppa il concetto di “power-chronography”, cronografia del potere, per descrivere l’architettura temporale che organizza la gerarchia sociale e le relazioni di lavoro nel capitalismo globale.
Risuona in questo punto di vista il “rifiuto del tempo” messo in scena da un artista come William Kentridge, l’analisi del modulo 24/7 condotta da Jonathan Crary, le incursioni di tanti artisti e artiste nei ritmi di scorrimento del quotidiano: si veda per un esempio la mostra curata da Sarah Cook 24/7. A wake-up call for our non-stop world (Londra, Somerset House, 2020).

All’interno della cornice sintetizzata in questa frase: “Il tempo egemonico – un ritmo caratterizzato da velocità, efficienza, puntualità e progresso lineare – emargina e svaluta chi si discosta dai suoi ritmi normativi”, si dipanano i contributi di questo numero di Kronoscope.
Time Zero di John Streamas; Temporal Fabrication in Israeli-Indian Realations di Ameen Ahmed; A Disappearing Hill: Temporal Dynamics of the Navi Mumbai International Airport Megaproject di Kush Badhwar; Visual and Sonic Experiments in Flow States di Mehrnaz Rohbakhsh, Accelerated Temporalities in Teleworking Mothers in Pandemic and Post-pandemic di Paula González León; “What If My Body Is a Beacon for the World?”: Autistic Non-speaking Languaging, Movement and S/Pacetime di Estée Kler e Adam Wolfond; Star Trek Past and Future: Neuroqueering the Final Frontier di Sue Scheibler; vigor in a zipper di Jasmine Liaw; Model Systems: Within-Human Temporalities di Isabelle Martin; Continuous Discontinuities: More-than-Human Temporalities in jean-Luc Nancy’s Sonic Ontology di Jamie Stephenson.
Kronoscope, volume 24 (2024): Issue 2 (April 2025): Special Issue: Subaltern Temporalities, a cura di Emily DiCarlo (Brill). Al link gli abstract dei contributi elencati.
a.s.
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Antonella Sbrilli, Daniel Arsham, Emily DiCarlo, H.H. Lim, ISST, Laura Grisi, Laura Leuzzi, Pablo Rubio, Susan Rose Dalton, Tatiana Trouvé, Tim Etchells, Time's News, Wayne Binitie
Un anno di studi, ricerche, mostre ed esperimenti sul tempo: sono raccolti e presentati nel numero 52 di “Time’s News”, una pubblicazione collegata strettamente all’ISST (l’International Society for the Study of Time) e curata dall’artista-ricercatrice Emily DiCarlo.
Il volume si apre in copertina un’installazione monumentale di Tim Etchells (ne abbiamo parlato anche qui) in cui l’artista britannico propone uno dei suoi esperimenti del pensiero, scrivendo con il neon la frase “This precise moment in time as seen from the future”. Prosegue con gli storici collage fotografici di Laura Grisi che ripetono immagini cronometriche (Tempo reale; Ipotesi sul tempo, 1975) ed entra nel vivo delle tematiche affrontate durante il 2021.
A Glossary of Emergence racconta l’anno in cui la pandemia ha continuato a modificare l’assetto delle relazioni pubbliche e private attraverso un dizionario di parole ed espressioni chiave (fra cui affordance, paradigme, change, autopoesis, self-organizing) mutuate da studi interdisciplinari sui temi della complessità e del concetto sfaccettato di “emergenza”.
Visualizing time. A recent survey of time-focused art offre una galleria di opere d’arte e mostre che – sempre nel corso del 2021 – hanno trattato del tempo: oltre all’installazione di Etchells al Circo Massimo di Roma per il Capodanno e all’esposizione dedicata a Laura Grisi al Muzeum Susch, scorrono le immagini dell’Autobiografía para un presente continuo dello spagnolo Pablo Rubio nel Vestibulo dell’Hospital General di Córdoba; Time Delation di Daniel Arsham; l’Antarctic Air del britannico Wayne Binitie; Timeframe di H.H. Lim; il diario della quarantena attraverso i quotidiani di Tatiana Trouvé e quello cromatico di Susan Rose Dalton.
Dopo due testi poetici di Eric Kincanon, c’è un’altra galleria visuale, Stones on Stools, curata da Paul Harris che raccoglie la sua collezione di pietre sagomate dal tempo, allestite su sgabelli d’epoca, a loro volta parte di una collezione.
Fra i volumi recenti, le ristampe, e le nuove edizioni affrontate nell’ultima parte di Time’s News, emerge una riflessione sull’esperienza temporale in carcere con il libro The Cage of Days; letture su tempo, narrazione, memoria (fra cui Performing Memories. Media, Creation, Anthropology and Remembrance a cura di Gabriele Biotti); raccolte di lectures, come Time to Think of Time a cura di Peter Hancock; il racconto della performance we imitate sleep to dream of dissent (FADO Performance Art Centre di Toronto) e, in chiusura, il resoconto del worskshop Contemporaneità barocca, tenutosi a Roma, Palazzo Barberini e Galleria Borghese il 20 settembre del 2021.
(a.s.)
“Time’s News” 52, 2021; © 2022 by Time’s News, Inc. Printed in Canada through Blurb Publishing
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Aldo Spinelli, Andrew Boyd, Antonella Sbrilli, Chen Qi, Emily DiCarlo, Eva & Franco Mattes, Gan Golan, ISST, Laura Leuzzi, Letizia Cariello, Sara Morawetz, Sarah Cook, Thomson and Craighead, Time's News, Visualizing Time
“Time’s News”, la pubblicazione dell’International Society for the Study of Time (ISST) curato da Emily DiCarlo, è arrivato al suo 51° numero e – proprio alla fine del 2020 e come viatico per il 2021 – propone come tutti gli anni una selezione di ricerche in corso, di mostre e di opere che hanno affrontato il tema cruciale del tempo nel corso dei mesi precedenti.
Si inizia con l’immagine panoramica del Garden of Slow Time, uno spazio per la riflessione personale sul tempo, creato da Paul Harris per la Loyola Marymount University di Los Angeles. Proprio questa Università nel 2019 ha ospitato la 17° conferenza triennale dell’ISST, un simposio che raccoglie ricercatori indipendenti, accademici, artisti, scienziati di tutto il mondo. Il tema del 2019 era Time in Variance, affrontato da decine di interventi multidisciplinari.

Questo è accaduto prima della diffusione della pandemia. Lo spartiacque del virus ha indirizzato molte delle ricerche del 2020 sulla mutata percezione del tempo indotta dalla malattia e dai lockdown, e “Time’s News” riporta a questo proposito diversi titoli, fra cui K. Fujisawa, Time studies of the COVID-19 epidemie (Yamaguchi University).
Un importante nucleo di ricerche registrate nel numero riguarda il tema della misurazione, dal simposio Sensing, Measuring and Feeling Times and Elements (Sozopol, Bulgaria 2020) alla mostra dello stessa curatrice Emily DiCarlo The Propagation of Uncertainty (The Art Museum,Toronto 2020), focalizzata sulla discordante simultaneità dell’ UTC (Coordinated Universal Time).

Diverse opere, illustrate nella sezione Visualizing Time (a cura di A. Sbrilli e L. Leuzzi) hanno a che fare con la misurazione:

Metric Units for the Solar System dell’artista australiana Sara Morawetz, che indaga le scale di misurazione e la loro rilevanza nella percezione del posto dell’essere umano nell’universo
l’Histoire millimétré de l’Art di Aldo Spinelli, che rappresenta in millimetri quadrati i 1.000.056 anni dell’arte, suddividendoli nella riproduzione su carta millimetrata di alcuni capolavori della storia dell’arte dalla preistoria al presente

i Calendars di Letizia Cariello, che uniscono scrittura e cucito in una pratica meditativa sul tempo

il Climate Clock di Gan Golan e Andrew Boyd, ammonimento incessante sul tempo che manca al punto di irreversibilità del cambio climatico

la mostra 24/7 curata da Sarah Cook e ispirata all’omonimo libro di Jonathan Crary sulla mutazione dei ritmi quotidiani

A temporary Index, di Thomson & Craighead, riporta il tempo che manca prima che i siti in cui sono sepolte scorie nucleari tornino sicuri

Time out of Joint di Eva & Franco Mattes, una mostra on line su Darknet, una rete remota, alla periferia di Internet, dove il tempo di caricamento e scorrimento scorre in modo diverso.
Infine due opere che si inoltrano nelle trasformazioni profonde che il tempo produce nella natura e negli artefatti umani:

Brief History of Time del cinese Chen Qi, che visualizza le tracce lasciate dal tempo nei libri, unendo la tecnica incisoria con accurati studi di fisica

e Forcing the Landscape di Silvia Camporesi, che ha scelto nelle sue ultime serie di opere dei luoghi speciali, dove l’azione umana si confronta con i vincoli della natura e il passaggio del tempo che sommerge, restituisce, torna a sommergere gli artefatti antropici.