Un anno arriva, un anno va: Time’s News n. 53

Come tutti gli anni, l’International Society for the Study of Time (ISST) pubblica un report sulle iniziative che questa associazione, dedicata allo studio del tempo in tutte le sue forme, ha svolto durante l’anno appena trascorso. Time’s News 2022 – curato da Emily DiCarlo – presenta una selezione di ricerche, pubblicazioni, simposi, interventi e opere d’arte che hanno avuto come focus il tempo. 
“Time is what there is. Whatever there is, is also time” / “Il tempo è ciò che c’è. Qualunque cosa ci sia è anche tempo”: una citazione del maestro Zen Dōgen (13° secolo) apre l’introduzione del presidente dell’ISST Raji Steineck, che la connette al pensiero di JT Fraser, il fondatore dell’ISST nel 1969. Per Fraser, il tempo non è una forza esterna, ma qualcosa di “intrinseco al modo in cui le cose (dalle particelle elementari alle società umane) ottengono la loro identità e mantengono la loro integrità”.
Dalla cultura giapponese alla scienza, dal pensiero alla scrittura, una delle caratteristiche dell’ISST è  proprio quella di mettere in dialogo persone esperte e interessate che provengono dai più disparati campi, la fisica, gli studi orientali, la filosofia, l’orologeria, la musica e via elencando: ogni tre anni gli iscritti e le iscritte si ritrovano in un convegno (il prossimo sarà a Yamaguchi, Giappone, sul tema Time and Measure) e scambiano idee sui canali editoriali e web dell’ISST (il sito: studyoftime.it).
Fra i contributi sul tempo pubblicati nel 2022, Time’s News segnala fra gli altri  i volumi Time and Identity in Ulysses and Odyssey di Stephanie Nelson (University of Florida Press), Narrative Worlds and the Texture of Time: A Social Semiotic Perspective di Rosemary Huisman (Routledge), Stravinsky, God, and Time di Helen Sills (Brill), il saggio di Jo Alyson Parker su Ted Chiang’s Time Travel Narratives in “Science Fiction Studies”, il simposio annuale dell’Association of Watch and Clock Collectors, svoltosi a New York nell’ottobre del 2022, la ricerca cross-culturale in corso dal titolo TIMED: TIMe experience in Europe’s Digital age.
Come ogni anno, una sezione di Time’s News è dedicata a una antologia di opere d’arte che hanno affrontato il tempo: Visualizing Time. A Recent Survey of Time-Focused Art (a cura di A. Sbrilli e L. Leuzzi) presenta opere di artisti e artiste di diversa origine e formazione, realizzate con media disparati che vanno dall’analisi dei dati (Ani Liu) all’uso delle reti neurali (Anna Ridler), dal collage di immagini quotidiane (Beeple) alla realtà virtuale (Niya B), dal gioco percettivo (Lahav Halevy) alla installazione potente di Katie Paterson (Requiem); nella raccolta c’è anche l’artista bolzanina Claudia Corrent con la sua serie di immagini dal titolo Neanche il futuro purtroppo è più quello di una volta.

Come raccolta la stessa artista, si tratta di immagini di famiglia trovate in un archivio; tramite un movimento dello scanner con cui vengono acquisite prendono “nuove forme nelle quali si crea un’immagine completamente nuova. I ritratti e il paesaggio intorno risultano trasformati, i volti diventano fluidi, in divenire”; con i loro allungamenti, le sovrapposizioni, le moltiplicazioni, tentano, insomma, “di rappresentare il fluire del tempo”.

 

Time’s News n.51

“Time’s News”, la pubblicazione dell’International Society for the Study of Time (ISST) curato da Emily DiCarlo, è arrivato al suo 51° numero e – proprio alla fine del 2020 e come viatico per il 2021 – propone come tutti gli anni una selezione di ricerche in corso, di mostre e di opere che hanno affrontato il tema cruciale del tempo nel corso dei mesi precedenti.
Si inizia con l’immagine panoramica del Garden of Slow Time, uno spazio per la riflessione personale sul tempo, creato da Paul Harris per la Loyola Marymount University di Los Angeles. Proprio questa Università nel 2019 ha ospitato la 17° conferenza triennale dell’ISST, un simposio che raccoglie ricercatori indipendenti, accademici, artisti, scienziati di tutto il mondo. Il tema del 2019 era Time in Variance, affrontato da decine di interventi multidisciplinari.

Questo è accaduto prima della diffusione della pandemia. Lo spartiacque del virus ha indirizzato molte delle ricerche del 2020 sulla mutata percezione del tempo indotta dalla malattia e dai lockdown, e “Time’s News” riporta a questo proposito diversi titoli, fra cui K. Fujisawa, Time studies of the COVID-19 epidemie (Yamaguchi University). 
Un importante nucleo di ricerche registrate nel numero riguarda il tema della misurazione, dal simposio Sensing, Measuring and Feeling Times and Elements (Sozopol, Bulgaria 2020) alla mostra dello stessa curatrice Emily DiCarlo The Propagation of Uncertainty (The Art Museum,Toronto 2020), focalizzata sulla discordante simultaneità dell’ UTC (Coordinated Universal Time).


Diverse opere, illustrate nella sezione Visualizing Time (a cura di A. Sbrilli e L. Leuzzi) hanno a che fare con la misurazione:  


Metric Units for the Solar System dell’artista australiana Sara Morawetz, che indaga le scale di misurazione e la loro rilevanza nella percezione del posto dell’essere umano nell’universo

l’Histoire millimétré de l’Art di Aldo Spinelli, che rappresenta in millimetri quadrati i 1.000.056 anni dell’arte, suddividendoli nella riproduzione su carta millimetrata di alcuni capolavori della storia dell’arte dalla preistoria al presente

i Calendars di Letizia Cariello, che uniscono scrittura e cucito in una pratica meditativa sul tempo

il Climate Clock di Gan Golan e Andrew Boyd, ammonimento incessante sul tempo che manca al punto di irreversibilità del cambio climatico

la mostra 24/7 curata da Sarah Cook e ispirata all’omonimo libro di Jonathan Crary sulla mutazione dei ritmi quotidiani

A temporary Index, di Thomson & Craighead, riporta il tempo che manca prima che i siti in cui sono sepolte scorie nucleari tornino sicuri


Time out of Joint di Eva & Franco Mattes, una mostra on line su Darknet, una rete remota, alla periferia di Internet, dove il tempo di caricamento e scorrimento scorre in modo diverso.
Infine due opere che si inoltrano nelle trasformazioni profonde che il tempo produce nella natura e negli artefatti umani:

Brief History of Time del cinese Chen Qi, che visualizza le tracce lasciate dal tempo nei libri, unendo la tecnica incisoria con accurati studi di fisica

e Forcing the Landscape di Silvia Camporesi, che ha scelto nelle sue ultime serie di opere dei luoghi speciali, dove l’azione umana si confronta con i vincoli della natura e il passaggio del tempo che sommerge, restituisce, torna a sommergere gli artefatti antropici.