2 Gennaio | 2 Enero

2 gennaio 2024

“La víspera del casamiento, el 2 de enero, el termómetro marcaba cuarenta grados. Hacía tanto calor que no necesitábamos mojarnos el pelo para peinarlo ni lavarnos la cara con agua para quitarnos la suciedad. Exhaustas Roberta y yo estábamos en el patio. Anochecía. El cielo, de un color gris de plomo, nos asustó. La tormenta se resolvió sólo en relámpagos y avalanchas de insectos. Una enorme araña se detuvo en la enredadera del patio:
me pareció que nos miraba. Tomé el palo de una escoba para matarla, pero me detuve no sé por qué. Roberta exclamó:
-Es la esperanza. Una señora francesa me contó una vez que La araña por la noche es esperanza”

Silvina Ocampo, La boda, 1959 (Cuentos completos 1, Internet Archive)

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“La vigilia dello sposalizio, il 2 gennaio, il termometro segnava 40 gradi. Faceva tanto caldo che non avevamo bisogno di bagnarci i capelli per pettinarli né di lavarci il viso con l’acqua per toglierci la sporcizia. Esauste, Roberta e io eravamo nel cortile. Arrivava la notte. Il cielo, di un colore grigio piombo, ci spaventò. La tempesta si sciolse in lampi e in valanghe di insetti, null’altro. Un enorme ragno si fermò sul rampicante del cortile: mi sembrò che ci osservasse. Presi il palo di una scopa per ucciderlo, ma mi trattenni non so perché, Roberta esclamò:
– È la speranza. Una signora francese una volta mi ha detto che ‘il ragno di sera è speranza”

Silvina Ocampo, Le nozze, 1959, in Porfiria, tr. L. Bacchi Wilcock, Einaudi, 1973, p. 165

 

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24 Dicembre | 24 décembre

24 dicembre 2023

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Un matin, au point du jour (c’était le 24 décembre 1744), Paul, en se levant, aperçut un pavillon blanc arboré sur la montagne de la Découverte. Ce pavillon était le signalement d’un vaisseau qu’on voyait en mer. Paul courut à la ville pour savoir s’il n’apportait pas des nouvelles de Virginie. Il y resta jusqu’au retour du pilote du port, qui s’était embarqué pour aller le reconnaître, suivant l’usage. Cet homme ne revint que le soir Il rapporta au gouverneur que le vaisseau signalé était le Saint-Géran, du port de 700 tonneaux, commandé par un capitaine appelé M. Aubin ; qu’il était à quatre lieues au large, et qu’il ne mouillerait au Port-Louis que le lendemain dans l’après-midi, si le vent était favorable. Il n’en faisait point du tout alors.

Bernardin de St-Pierre, Paul et Virginie, 1787

Una mattina, all’alba (era il 24 dicembre 1744) Paul scorse, alzandosi, una bandiera bianca inalberata sul monte La découverte. Era il segnale di un bastimento che si vedeva in mare. Paul corse in città nella speranza che portasse notizie di Virginie, e vi rimase fino al ritorno del pilota del porto che era salito sul bastimento, secondo l’usanza, per procedere al riconoscimento. L’uomo non tornò fino alla sera. Riferì al governatore che il bastimento segnalato era il Saint-Géran, aveva una portata di settecento tonnellate ed era comandato dal capitano M. Aubin; si trovava a quattro leghe al largo, e avrebbe gettato l’ancora nelle acque di Port-Louis il pomeriggio del giorno seguente, in caso di vento favorevole. Per il momento di vento non ne tirava affatto

Bernardin de Saint-Pierre, Paul e Virginie, 1787 tr. it. R. Carifi, Bompiani, 1995, pp. 100-101

La vicenda di Paul e Virginie si svolge nel Settecento nell’isola Mauritius, dove i due protagonisti sono cresciuti insieme sin da piccoli. Figli di due donne francesi che hanno dovuto rifarsi una vita lontano dalla patria, i due giovani sono vissuti felicemente nella natura, ignari della civiltà, finché Virginie non è stata costretta a tornare in Francia per una questione di eredità. Dopo una lunga assenza, la ragazza ritorna all’isola, al suo piccolo paradiso e al suo innamorato. La nave ha affrontato la traversata nel periodo degli uragani ed è giunta in prossimità dell’isola il 24 dicembre, giornata afosa, col cielo coperto di nubi basse. È il segno che di lì a poco si scatenerà una tempesta, dalla quale non tutti i passeggeri della nave riusciranno a salvarsi. Malgrado gli sforzi di Paul, Virginie sarà travolta dalle acque a poca distanza dalla riva, nel caldo del dicembre australe. 

Dicono del libro

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9 Novembre | November 9th

9 novembre 2023

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It was on the ninth of November, the eve of his own thirty-eighth birthday, as he often remembered afterwards.He was walking home about eleven o’clock from Lord Henry’s, where he had been dining, and was wrapped in heavy furs, as the night was cold and foggy. At the corner of Grosvenor Square and South Audley Street, a man passed him in the mist, walking very fast and with the collar of his grey ulster turned up. He had a bag in his hand. Dorian recognized him. It was Basil Hallward. A strange sense of fear, for which he could not account, came over him. He made no sign of recognition and went on quickly in the direction of his own house.

Oscar Wilde, The Picture of Dorian Gray, 1891

Era il 9 di novembre, vigilia del suo trentottesimo compleanno, com’egli ebbe spesso a ricordare in seguito. 
Stava rincasando a piedi verso le undici, dalla casa di Lord Henry dove aveva pranzato, ed era avviluppato in una pesante pelliccia perché la notte era fredda e nebbiosa. All’angolo di Grosvenor Squaree South Audley Street gli passò accanto nella nebbia un uomo che camminava molto in fretta, col bavero del pastrano grigio rialzato e una valigia in mano. Dorian lo riconobbe: era Basil Hallward. Fu preso da uno strano, inesplicabile senso di paura. Non fece segno alcuno di averlo riconosciuto e proseguì frettolosamente verso casa. Hallward però l’aveva visto ; e Dorian l’udì prima fermarsi sul marciapiede, poi corrergli dietro e dopo pochi istanti sentì la sua mano posarglisi sul braccio

Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray, 1891, tr. it. E. Grazzi, in Tutte le opere, Newton Compton, 1994, p. 107

Prima di partire da Londra per Parigi, dove ha intenzione di trattenersi sei mesi, il pittore Basil Hallward è passato a fare visita a Dorian Gray, l’amico che ha ritratto anni prima in un dipinto che, da allora, nessuno ha più rivisto. Realizzato mentre Dorian Gray era nel pieno della bellezza e del fascino, il dipinto – per un sortilegio inspiegabile – ha preso su di sé il passare del tempo, lasciando il volto di Dorian Gray uguale – bello e puro come nell’adolescenza – e registrando sulla tela  i segni dell’invecchiamento, del cinismo, degli eccessi compiuti da Dorian nella vita reale. Il pittore ha atteso dalle nove il rientro di Dorian a casa e sta per incamminarsi verso la stazione, quando incontra l’uomo all’esterno. Rientrati in casa, Basil si mostra preoccupato per la condotta del vecchio amico e quando gli chiede di rivedere il ritratto, la rivelazione dell’anima di Dorian impressa nel quadro come in un diario, scatena una reazione incontrollata da parte di questi. La data è il nove novembre, giorno in cui si perdono le tracce del pittore Basil Hallward.

Dicono del libro

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25 Settembre

25 settembre 2023

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Lo sapevo, Eccellenza, lo sapevo. Sono stati visti baciarsi Martedì 25 Settembre, la vigilia della partenza di don Tancredi; nel vostro giardino, vicino alla fontana. Le siepi di alloro non sempre sono fitte come si crede. Per un mese ho atteso un passo di vostro nipote, e adesso pensavo già di venire a chiedere a Vostra Eccellenza quali fossero le intenzioni di lui

Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo, 1958 (post.), Feltrinelli 1993, p.119

Garibaldi è sbarcato in Sicilia, e l’Italia sta diventando una nazione, mentre a Donnafugata, nel giardino del palazzo di Don Fabrizio Corbera, Principe di Salina, qualcuno osserva due giovani che si baciano. È un 25 settembre che sembra ancora estate e i due sono Tancredi Falconieri, nipote del Principe, e Angelica, bellissima figlia di Calogero Sedara, la cui recente fortuna è frutto di traffici e speculazioni. Il bacio è la prova che suggella l’unione delle due famiglie, un patto matrimoniale fra l’antica nobiltà e la nuova ricchezza, sotto lo stemma azzurro in cui campeggia il Gattopardo.

Dicono del libro

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7 Settembre

7 settembre 2023

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La sera del sette settembre, vigilia della festa di Maria, a Cherasco, a Bra, a Roreto, alla Morra, a Novello, a Roddi, a Verduno, su tutte le colline della Langa, si accendono i falò per celebrare la festa della Madonna. È un’usanza che testimonia la fede della gente, eppure quella sera le colline, coi fuochi rossi, con le cascate delle scintille che divampano all’improvviso e i cerchi urlanti e danzanti dei bambini intorno, hanno qualcosa di pagano. È come se la terra ribollisse, con la forza antica e intatta, esplodendo in rosse lingue divoratrici del cielo

Gina Lagorio, I villeggianti, in Il silenzio. Racconti di una vita, Mondadori, 1993, p. 44

Anche se mancano ancora alcuni giorni all’equinozio d’autunno, la data del 7 settembre segna, nella zona delle Langhe, il passaggio dell’estate. Chi è venuto in collina per le vacanze, sta per tornare a Torino o a Milano e la festa dei falò, che si accendono in quella data, e la cui origine risale ai tempi della peste, quando segnalavano – di collina in collina – la presenza di chi era ancora vivo, è l’occasione per i saluti, le dichiarazioni, le promesse fra le persone che si sono conosciute nei mesi estivi.

Dicono del libro

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5 Gennaio

5 gennaio 2013

 

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Così trascorsero mesi e mesi, tanti perché ella compisse vent’anni, e una mattina, era la vigilia dell’Epifania, il 5 gennaio del 1900, una data impossibile da dimenticare, Ersilia aveva fatto il turno di notte e usciva dall’ospedale. Erano le sette di mattina, già nell’atrio il freddo tagliava il viso; fuori il cielo era bujo, come se l’alba non si decidesse a spuntare; i lampioni a gas erano ancora illuminati sulla piazza e sotto il porticato, a metà del quale, degli uomini stavano attorno a un falò acceso dagli spazzini. Di nuovo, il cuore le salì in gola, prima ancora di poter dire a se stessa la ragione. Metello dava le spalle al falò, le mani dietro il dorso; indossava un cappotto marrone col bavero tirato fin sulla bocca, un cappello dalla tesa grande calata, ma lo stesso, quando egli si mosse, già ella lo aveva riconosciuto

Vasco Pratolini, Metello, 1955, Mondadori, 1965, p. 115

Dicono del libro
“Firenze, l875. Metello Salani nasce nel rione popolare di San Niccolò e, anche se si trasferisce quasi subito a vivere in campagna con gli zii, non dimentica la sua città d’origine. Lì è morto suo padre, annegato in Arno. Lì riconosce le sue radici. E lì fa ritorno non appena gli riesce, a soli quindici anni, in cerca di lavoro e fortuna. Sotto l’ala protettrice di Betto, il vecchio anarchico che gli farà da padre, Metello inizia a lavorare come muratore nei cantieri edili e si avvia a un apprendistato non solo nel mestiere, ma anche nella vita: muove i primi passi nel movimento sindacale, incontra Ersilia, si innamora, conosce il carcere e la lotta politica, sperimenta la tentazione e il tradimento. Dall’infanzia alla maturità, l’esistenza di Metello personaggio tra i più carismatici e poetici di Pratolini – si snoda attraverso le tappe principali della storia di un’Italia agli albori: una nazione ritratta all’indomani dell’Unità, travagliata da duri conflitti di classe, ancora – e sempre – in cerca di se stessa”

Altre storie che accadono oggi

 

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“.. L’affaire di Marina e Demon cominciò il giorno del compleanno di lui, di lei e di Daniel Veen: il 5 gennaio 1868…”
Vladimir Nabokov, Ada 

 

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“… I giorni passarono con una rapidità spaventosa; dovevamo ripartire il 5 gennaio…”
Michel Houellebecq, Piattaforma

 

 

 

 

 

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Così trascorsero mesi e mesi, tanti perché ella compisse vent’anni, e una mattina, era la vigilia dell’Epifania, il 5 gennaio del 1900, una data impossibile da dimenticare, Ersilia aveva fatto il turno di notte e usciva dall’ospedale. Erano le sette di mattina, già nell’atrio il freddo tagliava il viso; fuori il cielo era bujo, come se l’alba non si decidesse a spuntare; i lampioni a gas erano ancora illuminati sulla piazza e sotto il porticato, a metà del quale, degli uomini stavano attorno a un falò acceso dagli spazzini. Di nuovo, il cuore le salì in gola, prima ancora di poter dire a se stessa la ragione. Metello dava le spalle al falò, le mani dietro il dorso; indossava un cappotto marrone col bavero tirato fin sulla bocca, un cappello dalla tesa grande calata, ma lo stesso, quando egli si mosse, già ella lo aveva riconosciuto

Vasco Pratolini, Metello, 1955, Mondadori, 1965, p. 115

Dicono del libro
“Firenze, l875. Metello Salani nasce nel rione popolare di San Niccolò e, anche se si trasferisce quasi subito a vivere in campagna con gli zii, non dimentica la sua città d’origine. Lì è morto suo padre, annegato in Arno. Lì riconosce le sue radici. E lì fa ritorno non appena gli riesce, a soli quindici anni, in cerca di lavoro e fortuna. Sotto l’ala protettrice di Betto, il vecchio anarchico che gli farà da padre, Metello inizia a lavorare come muratore nei cantieri edili e si avvia a un apprendistato non solo nel mestiere, ma anche nella vita: muove i primi passi nel movimento sindacale, incontra Ersilia, si innamora, conosce il carcere e la lotta politica, sperimenta la tentazione e il tradimento. Dall’infanzia alla maturità, l’esistenza di Metello personaggio tra i più carismatici e poetici di Pratolini – si snoda attraverso le tappe principali della storia di un’Italia agli albori: una nazione ritratta all’indomani dell’Unità, travagliata da duri conflitti di classe, ancora – e sempre – in cerca di se stessa”