12 Settembre

12 settembre 2013

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Nel pomeriggio di quel giorno, nel tumulto di quel temporale, in una piccola casa sull’isola di Xaltòcan, io uscii da mia madre e cominciai così a morire.
Per rendere più chiara questa cronaca – come vedi, mi sono dato la pena di imparare anche il vostro calendario – ho calcolato che il giorno in cui nacqui sarebbe stato il dodicesimo giorno del mese da voi denominato settembre, nell’anno al quale date il numero mille quattro cento sessanta e sei

Gary Jennings, L’Azteco, 1980, tr. it. B. Oddera, Rizzoli, 1994, p. 21

Il bambino che vede la luce il 12 settembre 1466, una data che nel suo calendario ha tutt’altro nome – “il giorno di Sette Fiori, nel mese del Dio Ascendente, nell’anno del Tredicesimo Coniglio” – è Mixtli l’Azteco. Scrivano, commerciante, viaggiatore, vedrà – durante la sua vita – l’arrivo degli Spagnoli nella sua terra e si troverà a raccontare al vescovo del Messico la storia del suo paese, in un lungo memoriale che verrà letto in Spagna e gli costerà l’accusa di eresia. Racconta le usanze pacifiche e quelle cruente, le competenze astronomiche e architettoniche, il culto del Serpente Piumato, le battaglie, le feste delle popolazioni di quelle terre che – nel momento in cui parla – sono in mano ai conquistatori spagnoli. Molte pagine del suo memoriale sono dedicate alla descrizione dei complessi calendari aztechi e dei loro rapporti: quello divinatorio basato su 260 giorni e quello solare, suddiviso in 18 periodi di 20 giorni, che lasciano sospesi 5 inquietanti giorni “vuoti”. Testimone di un evento inimmaginabile quando nacque, quel 12 settembre,  Mitxli vede cambiare anche i nomi dello spazio e del tempo. 

Dicono del libro
“Mixtli l’Azteco ci racconta la sua avventurosa vicenda personale e, insieme, l’affascinante storia della meravigliosa civiltà che ebbe la sua culla in quella parte della Terra che gli Aztechi chiamavano Unico Mondo. Assistiamo con lui ai barbari massacri e alla gloria delle Guerre dei Fiori, allo splendore delle bandiere di piume che sventolano su Tenochtitlán, alla fiera civiltà del Popolo delle Nubi, a storie perverse di sangue e di passione fino all’arrivo di Hernán Cortés”.

(Dalla quarta di copertina dell’ed. Rizzoli, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

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“… Il 12 settembre 1774 il signor De Monti, console della Repubblica di Venezia a Trieste, mi consegnò un biglietto degli Inquisitori…”
Giacomo Casanova, Fuga dai Piombi

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“… Io partii da T. al principio di settembre, il dodici settembre; ricordo bene …”
Fëdor Dostoevskij, L’eterno marito

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“… La mattina del 12 settembre, giorno della grande marea, il Danebrog era pronto a riprendere il mare…”
Emilio Salgari, I pescatori di balene

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“… Il trionfo di Celia su Murphy, successivo al suo confidarsi col nonno, si era consumato a metà settembre, il giovedì 12 a essere pignoli, appena un po’ prima delle Quattro Tempora…”
Samuel Beckett, Murphy

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“… Adesso le bombe segnavano un altro 12 per il giorno della data. E lui non era partito da Parigi per Madrid la sera del 12 settembre 1936?…”
Paolo Volponi, Il sipario ducale

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“… Ieri ho visto un giornale nel mio appartamento di New York. Era il dodici settembre…”
Philip K. Dick, Ubik

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“… Sulla pagina bianca era scritta la parola ORARIO e la data del 12 settembre 1906. E sotto: Sveglia 6:00…”
Francis Scott Fitzgerald, Il grande Gatsby

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“… Quando sei nato? Il dodici settembre. E tu?…”
Niccolò Ammaniti, Io non ho paura