10 Novembre

10 novembre 2013

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E così, per quanto incredibile possa sembrare, nello studio della casetta dietro la cappella congregazionalista, la sera di domenica 10 novembre 1896, il signor Fotheringay, sollecitato e invitato dal signor Maydig, cominciò a compiere miracoli. L’attenzione del lettore è richiamata in modo particolare e ben determinato sulla data. Egli obietterà, probabilmente ha già obiettato, che alcuni punti di questa storia sono improbabili, che se qualcosa del genere fosse veramente accaduto, sarebbe stato su tutti i giornali un anno fa. I particolari che seguono immediatamente li troverà abbastanza difficili da accettare, perché, tra le cose, comportano la conclusione che il lettore – o la lettrice – in questione deve essere stato ucciso in modo violento e senza precedenti più di un anno fa. Ora, un miracolo non è nulla se non è improbabile, e in realtà il lettore fu ucciso davvero in un modo violento e senza precedenti un anno fa. Nella parte successiva di questa storia la cosa diventerà perfettamente chiara e credibile, come ogni lettore onesto e ragionevole dovrà ammettere. Ma non è questo il luogo per la fine della storia, che ha appena passato la metà

Herbert G. Wells, L’uomo che poteva compiere miracoli, 1900, tr. it. P. Carta, in Racconti, Garzanti 1985, pp.130-31

La storia raccontata da Wells inizia e termina un sabato di novembre nel bar del “Long Dragon”, in cui si discute di miracoli fra scettici, come il signor Fotheringay, e possibilisti. Fra il principio e la fine della storia si insinua – forse – la domenica 10 novembre, quando Fotheringay, accortosi di avere dei poteri miracolosi, comincia ad usarli. Prima compie piccoli prodigi e poi via via osa azioni sempre più audaci. Con il proposito di migliorare il mondo, si ritrova addirittura a fermare il tempo, con conseguenze inimmaginabili, apocalittiche ma anche, nel racconto, reversibili. 

Dicono del libro
“Tutti i tasti della letteratura avveniristica (il mistero, l’orrore, l’invenzione meccanica, il sogno, il futuro immaginario, la realtà illusoria) sono utilizzati e intrecciati con moduli narrativi e impennate stilistiche accurati e superficiali, piatte e sofisticate, mescolando psicologia e romanzo storico, saggio ideologico e conversazione salottiera”.
(Dal Profilo di M. Flores nell’ed. Garzanti, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

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“… Lutero non era nato nel 1483, bensì nell’84, e non il ventidue ottobre, ma il dieci novembre, vigilia di San Martino…”
Laurence Sterne, La vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo 

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“… Il 10 novembre 1938 in Germania e in Austria vennero incendiate centonovantacinque sinagoghe…”
Paolo Maurensig, La variante di Lüneburg

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“… Mi sono sposato il 10 novembre, l’anniversario della Notte dei cristalli. Mio padre aveva 14 anni quando la Notte dei cristalli frantumò il suo mondo in mille pezzi…”
Jonathan Rosen, Il Talmud e Internet

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“… i convogli non arrivavano a destinazione, travolti dalla marea che iniziava a dilagare verso est. Il 10 novembre il governo abbandonava Omsk…”

Vladimir Pozner, Il barone sanguinario

 

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“… 10 novembre 1989. Stava cadendo un muro. Era qualcosa che aveva a che fare con la Storia…”

Zadie Smith, Denti bianchi (segnalazione di Sandra Muzzolini)