23 Settembre

23 settembre 2015

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Stavo attento a tutto, anche ai passaggi di stagione, ma la natura non si preoccupa di dare i suoi avvisi. Il 23 settembre si passava dall’Estate all’Autunno, io stavo lì a aspettare, ma non succedeva niente. Nessuno sembrava accorgersene, non avevo notato nulla di speciale, la solita gente che passava con indifferenza sulla strada, niente. Il giorno dopo l’aria era diventata pesante, il cielo nero, carico di onde elettromagnetiche, lampi, tuoni. Forse forse qualcosa incominciava a succedere, mi dicevo

Luigi Malerba, Il serpente, 1966, ed. cons. Mondadori, 1989, pp. 129-30

Da dietro la vetrina del suo negozio di francobolli, il narratore – arrivato a Roma da Parma – guarda la città che si muove, con la sensazione che “alla fine della giornata non è successo niente, l’unica cosa che è successa è la giornata che è passata via senza che succeda niente”. Anche i fatti che vengono raccontati – amori, gelosie, sogni, addirittura un assassinio – sono incerti, forse mai accaduti, ma solo immaginati dal narratore, sullo sfondo di Roma e di Parma, in un tempo anch’esso incerto, in cui si riconoscono alcune giornate speciali, fra le quali quella dell’equinozio d’autunno (la cui data oscilla in genere fra il 22 e il 23 settembre) e che nell’anno del racconto cadeva (come nel 2014)  il 23 del mese.

Dicono del libro

Altre storie che accadono oggi

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“… Vi ricordate del 23 settembre? – ella disse. Andrea non aveva ben distinto nella memoria quel ricordo, ma assentì col capo…”
Gabriele d’Annunzio, Il piacere

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“… ‘Me lo dai un bacetto?’. Era il 22, o il 23, di settembre…”
Elsa Morante, La Storia (segnalazione di ggianluca @thumbsupGG)

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“… Mi ricordi come mi ha conosciuto. Il Suo X. La data diceva: Calangute, Goa, 23 settembre…”
Antonio Tabucchi, Notturno indiano

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“… Era venuto l’equinozio d’autunno. Già si sentiva, fresco sulla pelle, il frizzo dell’aria serale…”
Murasaki, Storia di Genji, il principe splendente

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“… Presto così cominciò per me un altro autunno. Era in tutto diverso dal precedente..”
Anna Maria Ortese, Poveri e semplici

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