Polvere innamorata

Silvia Veroli

Febbraio è mese, lo sa chi ha avuto figli piccoli, il mese della febbre, ma anche il mese più formidabile di tutti, tra Acquario e Pesci, specie quando, come quest’anno, strafà e offre un giorno in più, quel 29 nascosto nel calendario in cui è nato Rossini, altro mattacchione e gaudente.

È il mese dei travestimenti, dei ribaltamenti, delle messe in scena: è il mese di Sanremo e di San Valentino. Tra i due, nel febbraio 2024, c’è stato il compleanno di Darwin, un loico stretto tra pop e “cute” che rendono difficile ma non impossibile credere ancora nell’evoluzione.

È il mese del Capodanno cinese, dell’anticipo di primavera che all’improvviso si manifesta in filigrana tra l’odore di fritto e zucchero a velo, un sentore floreale e di viriditas, il fresco verde di Hildegarda di Bingen, che fa capolino e poi sparisce nel freddo, come uno scherzo di carnevale, un campione omaggio di bella stagione, e torna a metà marzo.

Nel 2024 a febbraio il giorno del Santo dell’amore, che negli States è il sentimento verso tutti gli affetti, coincide col Mercoledì delle Ceneri. Sarebbe interessante soffermarsi sul giorno del Mercoledì tout court, divenuto popolare grazie alla ribalta, anch’essa funeraria, conferitogli dalla serie dedicata alla giovane Addams, il feriale perfettamente al centro della sequenza dei cinque. “È già mercoledì e io no” è il bellissimo titolo di una raccolta di testi di Alessandro Bergonzoni.
Tornando all’inizio Quaresima.
“Memento homo qui pulvis es”, ci ricordano il sacerdote e i gatti, come vengono chiamati i batuffoli di polvere che si rincorrono sotto i mobili di casa.

La coincidenza quest’anno delle due ricorrenze, Eros e Thanatos per andare alle spicce, addolcisce l’una e rende meno melensa l’altra. E rimanda alla polvere innamorata di un poeta,  spagnolo e barocco  Francisco de Quevedo Villegas, che l’ha celebrata nel Seicento così:

Alma a quien todo un dios prisiòn ha sido,                       
venas que humor a tanto fuego han dado,
medulas que han gloriosamente ardido,                           

su cuerpo dejaràn, no su cuidado;
seràn ceniza, màs tendrà sentido;
polvo seràn, mas polvo enamorado.                                   

Un’anima che ha avuto un dio per carcere,
vene che a tanto fuoco han dato umore,
midollo che è gloriosamente arso,                                                  
il corpo lasceranno, non l’ardore;
anche in polvere avranno un sentimento;
saranno polvere, ma polvere innamorata.

Silvia Veroli, 14 febbraio 2024