Time in Variance – Los Angeles, 23-29 giugno 2019

L’International Society for the Study of Time (ISST), fondata nel 1966 da Julius T. Fraser (ne ho parlato qui), organizza triennalmente dei simposi multidisciplinari sul tema del Tempo. Quest’anno – 2019 – il 17° incontro si svolge dal 23 al 29 giugno presso la Loyola Marymount University di Los Angeles. Il titolo è Time in Variance: il tempo considerato in rapporto con il concetto di “varianza”,  intesa come variabilità e come modifica. L’intento è quello di indagare le trasformazioni nella valutazione e nella condivisione di scale temporali diverse che producono – concettualmente ed esperenzialmente – forme diverse di tempo “alcune oscillanti, altre circolari, altre ancora lineari”. La frase Time in Variance suggerisce però anche il suono della parola “invarianza”, evocando così la compresenza del flusso delle trasformazioni e della presenza di costanti, la necessità delle misure e la condizione dell’instabilità.
Come sempre, il simposio presenta interventi teorici e laboratori, mostre e workshop creativi, che abbracciano vaste e variegate regioni disciplinari, che includono e intersecano le scienze, la filosofia, la psicologia, la narrativa, il cinema. A questo link si possono leggere gli abstracts degli interventi e dei poster.


Le sessioni di Time in Variance  si svolgono nella Hannon Library della Loyola Marymount University, nelle cui Special Collections è conservata parte dei materiali d’archivio dell’International Society for the Study of Time donati dal fondatore J.T. Fraser.

Il programma del simposio 2019 include fra le altre attività multidisciplinari anche la visita a The Garden of Slow Time, giardino di meditazione progettato da Paul Harris di cui la foto mostra una veduta d’insieme e un dettaglio. 

 

 

J.T.Fraser e la Società del Tempo

KronoScope“L’attacco a Pearl Harbor del 1941 avvenne una domenica mattina; era sabato sera quando, nel 1981, il governo polacco schiacciò Solidarność. Nei sistemi totalitari moderni, il momento in cui è più probabile che il poliziotto bussi alla porta sono le primissime ore del mattino”. Sono osservazioni di Julius Thomas Fraser su come il tempo pervada e determini qualunque manifestazione della vita, intrecciando rotazione della terra, ritmi biologici, scelte sociali, e sono tratte da uno dei libri più popolari di questo singolare studioso, Time. The Familiar Stranger, 1987 (tradotto in italiano da L. Cornalba col titolo Il tempo: una presenza sconosciuta, Feltrinelli 1991).
Julius Thomas Fraser (Budapest 1923 – Westport CT 2010), dopo studi tecnico-scientifici (e diversi brevetti di giroscopi, sensori, circuiti a microonde), si rivolge allo studio del tempo, con metodo profondamente interdisciplinare. Nel 1966 fonda l’International Society for the Study of Time (ISST), un’associazione che riunisce chi si interessi del tempo, dal punto di vista della fisica o della psicologia, della sociologia o dell’analisi letteraria, del montaggio filmico o degli strumenti di misurazione, della biologia o della musica. Figura carismatica, in grado di coordinare le materie più disparate, Fraser ha scritto molto e soprattutto ha creato una rete mondiale di ricercatori interconnessi, su base volontaria  e senza vincoli accademici. L’ISST (diretta ora da Paul Harris e Jo Alyson Parker) pubblica la rivista “KronoScope” e organizza ogni tre anni un simposio di studi. Fra le sedi, negli anni scorsi, è stata spesso scelta l’Italia, alla cui cultura Fraser ha reso omaggio, con letture di Michelangelo e Galileo. 
Antonella Sbrilli (ISST member)