Diconodioggi
Oggi
Benni, futuro, meteo, passato, tempo
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Il giorno 29 luglio dell’anno 2157 la temperatura esterna a Parigi era di meno undici gradi. Nevicava esattamente da un mese e sei giorni, e quasi tutti gli edifici della città vecchia erano sepolti. La vita proseguiva però regolarmente sottoterra nelle metropolitane, nelle vie-condotto, nei giardini botanici e nei forum a temperatura costante di otto gradi. Dall’ultimo piano dell’immensa piramide incastonata nel ghiaccio un uomo infreddolito guardava la distesa gelata e spoglia stendersi per chilometri e chilometri, interrotta solo dalla luce di qualche slitta
Stefano Benni, Terra!, 1983, Feltrinelli 1983, p.14
Dopo una serie di guerre mondiali e una crisi energetica, la terra è immersa in una nuova glaciazione. La popolazione di uomini, robot, cyborg, vive in un inverno perenne, in città verticali e paesaggi simulati, mentre il potere è spartito fra grandi alleanze e una piccola federazione. Il 29 luglio del 2157 è la data, a Parigi, di una riunione segreta di questa federazione: si decide l’avvio di una missione verso un pianeta simile alla terra – Terra due – scoperto proprio all’inizio di quel mese. In una gelida giornata di fine luglio, inizia la ricerca, che dai confini dello spazio s’intreccia con i segreti degli Inca, passando per i nodi del tempo: “Una è la vita / dal futuro / torna il passato / dal passato / torna il futuro”.
Dicono del libro
Dicono di oggi
“È l’anno 2156: da una Parigi sotterranea e da un mondo ghiacciato dalle guerre nucleari, parte un’incredibile corsa spaziale, verso una nuova Terra più vivibile. Contro la Proteo Tien, la scassatissima astronave sineuropea, e il suo ancor più scassato equipaggio, scendono in campo due colossali imperi: l’Impero militare samurai, con una miniastronave su cui un generale giapponese guida sessanta topi ammaestrati e la Calalbakrab, la reggia volante del tiranno amerorusso, il Grande Scorpione. Intanto a terra, per risolvere un mistero legato alla civiltà inca, si affrontano Fang, un vecchio saggio cinese, e Frank Einstein, un bambino di nove anni genio del computer. La chiave del mistero inca del “cuore della terra” è anche la chiave del viaggio nello spazio”.
(Dalla quarta di copertina dell’ed. Feltrinelli, cit.)
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Oggi
Ammaniti, calendario, mattina, meteo, Nooteboom
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Il 9 dicembre, alle sei e venti di mattina, mentre una bufera d’acqua e vento infieriva sulla campagna, una Uno turbo FTI nera (vestigia di un’epoca in cui, per qualche lira in più rispetto al modello base, ci si comprava una bara motorizzata che filava come una Porsche, beveva come una Cadillac e si accartocciava come una lattina di cocacola) imboccò lo svincolo che portava dall’Aurelia a Ischiano Scalo e proseguì su una strada a due corsie che tagliava i campi di fango. Superò la Polisportiva e il capannone del Consorzio agrario ed entrò in paese
Niccolò Ammaniti, Ti prendo e ti porto via, 1999, ed. cons. Mondadori 2000, p. 19
Graziano Biglia, quarantaquattrenne playboy che vive alla giornata, torna al suo paese in Maremma dopo due anni di assenza. È partito all’alba del 9 dicembre da Roma, nonostante un temporale, per raggiungere Ischiano Scalo e comunicare alla madre, la signora Gina, che – dopo anni irregolari e sbandati – ha deciso di sposarsi. Le nozze dovrebbero celebrarsi in Giamaica e la promessa sposa, Erica – una cubista conosciuta in discoteca l’estate prima – dovrebbe arrivare a Ischiano Scalo a breve, trattenuta a Roma da un provino. Da questo 9 dicembre si dipana una storia i cui poli – oltre Graziano ed Erica – sono i dodicenni Pietro e Gloria e la professoressa Flora Palmieri. Una storia che avrà il suo epilogo dopo sei mesi, nel giugno di un anno dell’ultimo decennio del Novecento, in cui si condensano e si intrecciano, con colpi di scena e salti temporali, i destini degli adulti e dei ragazzi.
Dicono del libro
Dicono del libro
“A Ischiano Scalo il mare c’è ma non si vede. È un paesino di quattro case accanto a una laguna piena di zanzare. Il turismo lo evita perché d’estate s’infuoca come una graticola e d’inverno si gela. Questo è lo scenario nel quale si svolgono due storie d’amore tormentate. Ammaniti crea e dissolve coincidenze, è pronto a catturare gli aspetti più grotteschi e più sentimentali, più comici e inquietanti della realtà”.
(Dalla scheda del libro nel sito ibs)
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Edmondo Bernacca, Fulvia Bernacca, libro d'artista, meteo, tempo
Nel settembre del 2023 Forward Edizioni ha pubblicato Sereno, un libro-d ‘artista della fotografa romana Fulvia Bernacca. Della dimensione di un palmo di mano, molto curato nell’allestimento, avvolto da una sovraccoperta di pergamino, “Sereno è un viaggio tra le nuvole e nel tempo, un racconto visivo e poetico sulla figura del colonnello del meteo Edmondo Bernacca”.
Le pagine, alcune opache e altre trasparenti, creano diversi livelli di visibilità dei testi, leggibili al dritto e al rovescio, e delle immagini di cieli, carte meteorologiche, foto di famiglia che – come nel libro-gioco Più e meno di Munari – si sovrappongono, arricchendosi a vicenda di segni, sfumature, compresenze.
A trent’anni dalla scomparsa di Bernacca (1914-1993), il primo meteorologo della televisione italiana, la nipote Fulvia affida a un’opera visiva e tattile un possibile racconto della sua figura.
I documenti rinvenuti nell’archivio professionale e in quello privato, le tante informazioni e anche gli stereotipi sul celebre colonnello, che ha dato uno stile inconfondibile alle previsioni del tempo, sono sottoposti dall’autrice a un processo di decantazione che li rende leggeri e connessi.
Chi fosse interessato alla storia biografica del protagonista, in questo libro non la trova, non in forma diretta e lineare; le tracce della sua vita e delle sue attività, della rete dei suoi affetti, così come quelle della disciplina meteorologica, sono disseminate – con un loro ritmo – nel piccolo volume: una citazione, una serie di cieli, una definizione scientifica, una fotografia d’archivio, una carta del meteo, un testo autografo, di nuovo una serie di cieli e così via.
Chi legge può scegliere con quale intervallo sfogliare il libro e accostarsi al suo ritmo, seguendo il tema del cielo (“che è stato sempre la mia vita, da militare e da giornalista”), la magnetica tassonomia delle nuvole, i disegni delle carte, le foto discrete della famiglia Bernacca, le immagini degli strumenti, le citazioni.
Diconodioggi ha seguito una presenza ricorrente in questa narrazione: quella delle date di settembre. Nato un 5 di settembre, scomparso un 15 di settembre, Edmondo Bernacca – riandando alle svolte della sua esistenza privata e lavorativa – si sofferma sull’affollarsi delle date di questo mese nella sua vita (“settembre punteggerà altre date importanti”).
Mese di riflessioni, di cambi di stagione e di orizzonti, mese che esalta la sensibilità per il meteo e per il tempo, che sembrano muoversi insieme nelle correnti calde e fredde dell’aria e dell’ora.
Avvolto dalla sovraccoperta trasparente, Sereno è racchiuso fra due alette che portano disegnate le frecce dell’aria fredda e dell’aria calda, convergenti verso le pagine di un libro che fluisce.
Le immagini sono tratte dal sito Sereno di Fulvia Bernacca
(Antonella Sbrilli)