La forza degli anni (e della creatività)

Fino al 10 dicembre 2016, presso lo spazio polifunzionale EX[de]PO’ in Corso Duca di Genova 22 a Ostia, si può visitare una mostra collettiva, frutto dell’attività dei Laboratori d’Arte della Comunità di Sant’Egidio di Roma. Il titolo dell’esposizione è La forza degli annia indicare che il tema affrontato dagli artisti e dai curatori è il tempo; il tempo che passa e che si accumula, lasciando i suoi segni profondi sulle cose e sulle persone. Il segno più evidente del trascorrere degli anni è l’invecchiamento, che porta con sé la condizione della solitudine, la fragilità, spesso l’esclusione, rovesciando in negativo i valori proverbiali della vecchiaia come l’esperienza, la memoria profonda, la visione da un altro punto di vista.

coppa-santegidioNei Laboratori d’Arte della Comunità di Sant’Egidio – che si svolgono insieme alle attività quotidiane di assistenza e inclusione – il tema dell’invecchiare è stato affrontato da persone con disabilità, fra cui artisti con diverse esperienze alle spalle (la Biennale del 2013 e gli eventi ospitati al MAXXI nel 2015-2016) ed altri all’inizio di un percorso espressivo. In mostra ci si trova di fronte con piacere e sorpresa a una vasta gamma di linguaggi creativi: dipinti materici che usano il colore in modo insieme espressivo e simbolico; disegni che colgono l’essenziale delle forme e lo arricchiscono di ironia (come la Venere e il Cupido invecchiati di Marianna Caprioletti e i ritratti di “grandi vecchi” di Sara Curcio); assemblage come le cortecce che propongono “una percezione tattile delle rughe” di Giovanni Battista La Marra; sculture arricchite di pensiero e di giochi di parole, come la Ma_nonna con bambino di Moira Risciogli; oggetti, come la campana di vetro che imprigiona la chiave (Chiudiamo ciò che chiude di Marco Magliocchetti); e ancora video interviste (Fili di memoria); quaderni, situazioni concettuali, come il toccante bicchier d’acqua posto su una mensola in alto, accanto  alla scritta rossa “Ho sete”, opera del Laboratorio Vigne Nuove o la parete occupata dalla ripetizione della frase Fuori tutti, o ancora la coppa piena di bigliettini da pescare per leggere la frase che ci tocca: “Senza vecchiaia non c’è futuro”, “Tutti abbiamo bisogno di qualcuno”.
venere-invecchiata
Tutte le opere presenti in mostra sono accompagnate da didascalie esemplari, che illustrano insieme la tecnica di cui ciascuna opera è fatta e la sua intenzione e mettono in alcuni casi a disposizione del visitatore una breve frase dell’artista che racconta il contesto (“Quando ero piccolo… andavo all’istituto”). Si percepiscono, lungo il percorso nelle sale dell’EX[de]PO’ di Ostia, le tante dimensioni di questa mostra: le opere sono la manifestazione tangibile (da vedere, da toccare, con cui interagire) di un lavoro creativo comune e disseminato, che nasce dalla relazione di scambio quotidiano all’interno dei Laboratori d’Arte della Comunità. Come si legge nella presentazione, queste opere “affrontano temi quali l’alleanza tra le generazioni e il valore della memoria; propongono alternative all’istituzionalizzazione degli anziani e suggeriscono di guardare alla fragilità (degli anni ma anche delle diverse condizioni di disabilità) come ad un valore prezioso da difendere”.
La mostra resterà aperta fino al 10 dicembre, giorno in cui sarà premiata l’opera più votata da una giuria popolare. L’invito è dunque a recarsi nello spazio espositivo di Ostia e a scegliere l’opera che si sente più affine alla propria riflessione sul tempo che passa, sapendo che anche questa azione fa parte della mostra, la completa e la espande.
Antonella Sbrilli (@asbrilli)