Oggi: oceano del tempo, conchiglia dell’attimo

Oggi, Diconodioggi ospita un brano tratto dal libro Il popolo di legno, di Emanuele Trevi, edito da Einaudi, un libro che “ci fa vedere il mondo con gli occhi di un personaggio infimo e irresistibile, che non ha paura di svelare quanto assurda sia la convinzione degli esseri umani di poter migliorare la propria vita”.
Il brano
parla con  sottile profondità della parola oggi ed è stato segnalato al blog da Giulia Valdi, che cura su Twitter – dall’inizio del 2015 – una raccolta quotidiana di definizioni del giorno in corso, alimentata da centinaia di partecipanti che seguono l’hashtag #zero15. Ecco la pagina di Emanuele Trevi:

“Oggi avrebbe iniziato a dire quello che aveva da dire, nello studio di Palmi, nemmeno lui sapeva bene cosa. Ma non si sarebbe fermato.
‘Oggi’ è un modo di dire e un’approssimazione, non diversamente da ‘Rosarno’.
Perché se è vero che ogni luogo è l’ombelico del mondo, è altrettanto vero che la più insignificante e transitoria delle date è lo scrigno, l’arca di tutti i tempi. La luce radente dell’eterno punge col suo tocco di spillo i mercoledì, i lunedì, i primi del mese, i giorni di scirocco, quelli di festa. Se ripetiamo nella mente per un po’ di tempo la parola oggi, siamo in grado di ascoltare in quel suono così breve la vibrazione di ciò che è sempre stato. L’oceano del tempo rinchiuso nella conchiglia dell’attimo. Questo è un giorno qualunque, un giorno della vita di un profeta”.
Emanuele Trevi, Il popolo di legno, Einaudi Stile Libero, 2015

Emanuele Trevi Valdi OggiE il commento di Giulia Valdi:

Il tempo e il suo eterno fluire. Un giorno qualunque che segna il passaggio tra un prima ed un dopo. Un uomo comune che in quell’oggi dà un corso nuovo alla sua vita e non solo alla sua. Non è un eroe, è una sorta di profeta nichilista. Il tutto in un’atmosfera di assoluta necessità dove ciò che crediamo destino è solo puro caso. Qui, il Topo, invita ognuno ad essere quello che naturalmente è, dichiarando l’inutilità di qualunque forma di impegno volto al miglioramento personale, negando valore alla ragione, alle parole e alla ricerca nella vita di un senso che non c’è.
È in questa dimensione che il tempo diventa eterno e ogni definizione dell’oggi un’approssimazione. Perché il divenire non si imbriglia, va avanti senza requie, portandosi tutto con sé come in un flusso ininterrotto a cui ognuno sarà quasi felice di non opporsi. “Tempo che scorre e si dilegua, indifferente a se stesso prima ancora che ai miliardi di anime in pena che si trascina. […] Tempo che passa, senza rimpianti e senza speranze.”

Giulia Valdi
@giuliavaldi
@anno_zero15