13 Ottobre

13 ottobre 2014

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Maniero di Baskerville, 13 ottobre 

Mio caro Holmes,

le mie lettere e i telegrammi precedenti l’hanno tenuta abbastanza al corrente su quanto è sinora accaduto in questo angolo di terra abbandonato da Dio. Più si rimane qui e più lo spirito della brughiera, la sua vastità, diciamo pure il suo lugubre fascino, prende l’anima. Una volta chiusi nella sua stretta ci si lascia alle spalle ogni traccia della moderna Inghilterra, mentre si avverte sempre più intensamente la presenza delle dimore e delle opere delle genti preistoriche. Ci si trova circondati da ogni lato dalle abitazioni di questa gente dimenticata, dalle loro tombe e dai monoliti enormi che si suppone siano le vestigia dei loro templi. Quando si guardano le grigie capanne di pietra che si stagliano contro i tormentati versanti di queste colline, ci si dimentica del nostro tempo, e se ci dovessimo imbattere in un uomo villoso, ricoperto di pelli d’animale, e lo vedessimo strisciare fuori da una bassa porta, in atto di aggiustare alla corda del proprio arco una freccia dalla punta di selce, avremmo la sensazione che la sua presenza fosse più naturale della nostra

Arthur Conan Doyle, Il mastino dei Baskerville, 1901-1902, tr. it. M. Gallone, Mondadori 1992, p.84

Il caso della morte di Sir Charles Baskerville e della leggenda che aleggia sul Maniero della famiglia  – situato nel Devonshire – è raccontato dal dottor Watson, sula base delle annotazione nel diario, dei resoconti e delle lettere spedite a Sherlock Holmes. Watson si trova infatti nella residenza dei Baskerville insieme con Henry, l’erede del defunto Charles, con il compito di riferire dettagliatamente tutto quel che accade a Holmes, il quale, a sua volta, finge di essere a Londra, ma in realtà è anch’egli sul campo. È ottobre e la brughiera è avvolta dalla nebbia; il clima rende più inquietanti i racconti sul mastino diabolico e vendicatore legato alla famiglia. Il primo resoconto di Watson è datato 13 ottobre e di lì a pochi giorni il caso verrà risolto. Holmes e Watson ne discuteranno i particolari in una “sera rigida e nebbiosa” di novembre, nel salotto di Baker Street.

Dicono del libro
Il mastino dei Baskerville è il romanzo più famoso fra quelli che vedono Sherlock Holmes e il dottor Watson come protagonisti. Un romanzo che, secondo le intenzioni dell’autore, non avrebbe mai dovuto vedere la luce. Perché nell’avventura precedente Sherlock Holmes era precipitato, insieme al suo acerrimo nemico Moriarty, in un crepaccio, inghiottito dalle tenebre. Un finale che non lasciava via di scampo, e che non riuscì gradito ai lettori, ormai stregati dalla ferrea logica e dall’infallibile fiuto del detective. E così, costretto dalle insistenze del pubblico e dell’editore, Conan Doyle fece ‘resuscitare’ il suo celebre personaggio, abbandonando il genere del romanzo storico cui avrebbe preferito dedicarsi”.
(Dalla scheda del libro nel sito ibs)

Altre storie che accadono oggi

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“… Ottobre, 13. ‘Laggiù soffia’, fu gridato dalla testa d’albero. ‘Da che parte?’ domandò il capitano…”
Herman Melville, Moby Dick

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“… 13 ottobre 183… Caro signor Bealand, sarebbe così gentile da incontrarsi con me in chiesa domattina alle otto?…”
Thomas Hardy,La cena pronta

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“… Quel giorno, 13 di ottobre, essa non uscì e fino a sera mi tenne nelle sue braccia…”
Elio Vittorini, Il garofano rosso

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“… Tra l’invio dell’ordine e l’arresto, che avviene il 13 ottobre, passa un mese. I Templari non sospettano di nulla…”
Umberto Eco, Il pendolo di Foucault

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