28 Ottobre

28 ottobre 2013

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Accanto alla finestra è appeso un termometro, leggo la temperatura della stanza: diciotto gradi. Piuttosto gradevole: Eppure ho freddo. Vado nell’ambulatorio, prendo un’aspirina. Sarai forse sorpreso di quanto siano precisi i miei ricordi di quel giorno, di quelle ore. Ci ricordiamo con tanta esattezza soltanto degli avvenimenti storici dei quali siamo stati testimoni oculari, oppure delle circostanze in cui è avvenuta la morte di una persona cara, e ne parliamo allo stesso modo, con l’identica assurda pedanteria: era martedì, l’una e mezza del pomeriggio, il ventotto di ottobre

Sándor Márai, Divorzio a Buda, 1935, tr. it. L. Sgarioto, Adelphi, Milano, 2002, p. 170

La vita del giudice Kristóf Kómives, nella città di Budapest, fra le due guerre, segue un ritmo regolare, e i giorni scorrono seguendo il calendario pubblico delle udienze civili e quello privato della famiglia. Alla vigilia di una causa di divorzio che deve presiedere, l’uomo riceve la visita di un suo vecchio compagno di scuola – Imre Greiner – che ora è medico ed è uno dei coniugi il cui matrimonio – con una donna di nome Anna – dovrebbe essere sciolto l’indomani. Entrambi alle soglie dei quarant’anni, il giudice e il dottore non si sono mai frequentati, ma le loro vite sono strette da un nesso imprevedibile e involontario, che verrà svelato nel corso del lungo racconto che Imre  fa al giudice. La memoria gioca un ruolo decisivo, sia per Kristóf che ascolta episodi del passato a cui non aveva più ripensato (se non in sogno), sia per il medico, che rievoca i più minuti dettagli del giorno in cui la realtà ha perso, per lui, il suo senso familiare, pur rimanendo tutte le cose – in apparenza – al loro posto, nello spazio e nel tempo. 

Dicono del libro
“Un triangolo amoroso tutto intessuto di passioni negate, di silenzi e di impossibili confessioni: questo il tema di Divorzio a Buda, che Márai scrisse pochi anni prima delle Braci e che del capolavoro a venire ha già tutta la magistrale, implacabile, bruciante esattezza.Scritto nel 1935, Divorzio a Buda ebbe una seconda edizione, rivista dall’autore, nel 1939″
(Dal risvolto dell’ed. Adelphi, op. cit.)

Altre storie che accadono oggi

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“… Guarda qui. Il giorno dell’Apocalisse si sta avvicinando: Il ventotto di ottobre. Dicono la data esatta…”
Don DeLillo, Underworld

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“… Lo avevo dentro sin da piccolo, ma per caso me ne sono accorto il ventotto ottobre 1982…”
Manuel Vázquez Montalbán, Il pianista

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“… Cristina la conobbi  una sera di autunno, un 28 ottobre, in un night di via della Vite dove non avevo mai messo piede…”
Sandro De Feo, La giudìa

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