Here: da McGuire a Zemeckis

“What Am I Doing Here”? – Che ci faccio qui? è il titolo di un celebre libro di Bruce Chatwin che raccoglie alcune delle storie dei suoi viaggi, mettendo l’accento sull’avverbio di luogo, qui, che serve a orientarci nello spazio e anche nel tempo. Il libro uscì nel 1988, mentre il poliedrico artista statunitense Richard McGuire preparava le 36 vignette in bianco e nero di un’opera intitolata proprio Here. Nel caso di McGuire, l’avverbio è l’esca per raccontare il tempo attraverso un angolo di spazio: un salotto, che ospita la vita di persone nel corso di anni e decenni, con affacci telescopici e non sequenziali nel passato e nel futuro.
Nato nel New Jersey nel 1957, musicista, narratore, illustratore per testate internazionali fra cui The New Yorker e Le Monde, McGuire pubblicò le vignette di 
Here nel 1989  sulla rivista “Raw” (e si possono vedere qui).
L’idea che le permeava continuò la sua evoluzione nella fantasia e nell’invenzione tecnica dell’autore, sviluppandosi in forma di graphic novel, che andò in stampa nel 2014 per la casa editrice Pantheon Books. Trecento pagine a colori in cui il salotto è il perno fisso dell’avvicendarsi discontinuo delle ere, degli anni e dei giorni.

Nel 2015 apparve la versione italiana edita da Rizzoli Lizard, che la storica dell’arte Elisa Sorrentino ha analizzato in questo articolo, cogliendone la sintassi narrativa, le qualità grafiche, i rimandi stilistici (a Hopper e a Wes Anderson per esempio) e segnalando anche un cortometraggio sperimentale del 1991 che aveva animato l’idea di base di Here.

Here: le finestre sul tempo di Richard McGuire

Ora, dopo un decennio dall’uscita del libro e dopo trentacinque anni dall’incunabolo del 1989, il regista Robert Zemeckis (fra i suo capolavori: Ritorno al futuro) trasforma Here in un film con Tom Hanks, alla cui sceneggiatura hanno collaborato Eric Roth e lo stesso McGuire.  “Ambientato in un’unica stanza, segue le diverse persone che la abitano in diversi anni, dal passato al futuro” recita su Internet Movie Database la sinossi del film, un film che è stato definito “malinconico e dolcissimo” e che mette alla prova l’orientamento di chi guarda, che deve seguire l’andirivieni temporale e la frammentazione dello schermo in riquadri. Per accompagnare i salti nel tempo, sulle immagini degli attori e delle attrici sono state utilizzate tecniche di ringiovanimento digitale. 
(a.s.)

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