Il tempo di un haiku nel libro di Susanna Tartaro

Diversi tipi di tempo si affacciano nel libro che Susanna Tartaro dedica alla cultura degli haiku giapponesi – Haiku e sakè. In viaggio con SantōkaAdd edizioni, 2016 – svolgendo in dodici  capitoli l’intuizione che alimenta da alcuni anni il suo blog Dailyhaiku: la notizia del giorno commentata da un haiku classico, in cerca di risonanze e sprazzi di saggezza.
Nei dodici capitoli, che scandiscono come un calendario il vasto tema, l’autrice presenta la sua guida, il monaco buddista e poeta camminatore Santōka, vissuto nel Giappone del primo Novecento, che illumina con i suoi versi e la sua irriducibile autonomia, le situazioni quotidiane di un mondo lontano, la Roma di adesso.
Tempi differenti, eppure comparabili: il tempo del cammino e del vagabondaggio si rifrange nei percorsi in motorino sulle strade dissestate e negli incontri inaspettati con dettagli di bellezza e di senso, o di nonsenso; il tempo cristallizzato in un fermo-immagine – negli haiku della poetessa Momoko Kuroda – si rintraccia nella pagine della scrittrice francese Annie Ernaux, e nel nostro sguardo ogni volta che cade su un fiore e sulle sue impercettibili metamorfosi.
Ma il passo del tempo – nel libro di Susanna Tartaro – si trova verso la metà del volume, a pagina 85, quando l’autrice (che è curatrice di Fahrenheit su Radio3) racconta dei suoi primi lavori alla radio. Il suo incarico allora era quello di ascoltare vecchie bobine e annotare il minuto e il secondo del frammento di registrazione che occorreva al programma, “con il tempo che passava veloce girando su se stesso come quei nastri”. In uno di questi nastri, l’autrice si imbatte in un’intervista a Primo Levi e la colpisce un silenzio lungo, un buco sonoro durante il quale – capisce – lo scrittore si sta accendendo una sigaretta. Intorno a questa esperienza – un silenzio che rende visibile un’azione, un tempo vuoto che torna a riempirsi e a svuotarsi –  il presente si connette al passato. Anche lì in qualche modo comincia il cammino di Susanna Tartaro nella cultura degli haiku e nel loro farsi  presenza viva e attuale.

susanna-tartaro-haiku

“Forma poetica minuscola e infinita nello stesso tempo”, lo haiku è la composizione giapponese di tre versi (ku), che coglie un’immagine, una situazione, un pensiero, senza mai tralasciare un riferimento alla stagione in corso.
“Con solo tre ku di 5-7-5 sillabe, poeti e filosofi zen da più di trecento anni uniscono la brevità di twitter e le immagini di instagram in un colpo solo. Gli haiku, componimenti pensati da monaci viaggiatori già alla fine del diciassettesimo secolo, riescono a fotografare anche la nostra realtà, i nostri giorni, le nostre miserie”.
Nel suo blog Dailyhaiku e attraverso il suo account twitter (che ha più di 1800 follower) Susanna Tartaro  sceglie nel repertorio degli haiku quelli che sembrano cogliere un aspetto del presente e commenta – contemporaneamente – il passato e il presente, il tempo attraversato dai poeti e dalle poetesse giapponesi e quello in cui ci troviamo, comprese le condizioni meteorologiche, e comprese le perdite, i ritorni, le partenze. Tutto accade insieme, ma la scrittura di Susanna Tartaro trova il ritmo per rendere possibile – a chi legge – la percezione di un intero spazio-temporale che si srotola, da est a ovest, da ieri a oggi, lungo le strade del pianeta.

Il sito di Add editore
I
l blog Dailyhaiku di Susanna Tartaro
Il gioco Oggihaiku con i lettori di Pagina99
Antonella Sbrilli (@asbrilli)

#oggihaiku

“Forma poetica minuscola e infinita nello stesso tempo”, lo haiku è la composizione giapponese di tre versi (ku), che coglie un’immagine, una situazione, un pensiero, senza mai tralasciare un riferimento alla stagione in corso.
“Con solo tre ku di 5-7-5 sillabe, poeti e filosofi zen da più di trecento anni uniscono la brevità di twitter e le immagini di instagram in un colpo solo. Gli haiku, componimenti pensati da monaci viaggiatori già alla fine del diciassettesimo secolo, riescono a fotografare anche la nostra realtà, i nostri giorni, le nostre miserie”.
dailyhaikuNel suo blog Dailyhaiku e attraverso il suo account twitter, Susanna Tartaro – appassionata di haiku e curatrice di Fahrenheit su Radio3 – sceglie nel repertorio degli haiku quelli che sembrano cogliere un aspetto del presente. Li trascrive dando loro un titolo che fa scattare, in chi legge, il cortocircuito fra poesia e attualità. Un esempio: Nella taverna / la disputa scoppia di nuovo / luna velata, un haiku del poeta Shiki (1867-1902) si collega al presente grazie al titolo Bagarre e insulti al Parlamento.
In collaborazione con Dailyhaiku, proponiamo ai lettori del blog e di Pagina99 un gioco da fare in questi primi giorni di marzo, giorni di primavera incombente, di anniversari più o meno retorici, di mimose e altri fiori..

Il gioco si chiama #oggihaiku e consiste nel trovare un titolo attuale a queste composizioni, scelte da Susanna Tartaro:

Un canarino è scappato / questa giornata di primavera / volge al termine (Shiki 1867-1902)
Cadendo nell’acqua / i petali scompaiono – / pruno sulla riva (Yosa Buson 1716-1784)
Ah! L’usignolo / per cantare non apre che / il suo minuscolo becco (Yosa Buson 1716-1784)
Affaticato / mentre cerco albergo / mi scopro sotto i fiori di glicine (Basho 1644-1694)
Profumo di fiori di pruno: / sorge improvviso il sole / sul sentiero di montagna (Basho 1644-1694)
Dormo, mi sveglio / sbadiglio, sotto / i ciliegi in fiore (Issa 1763-1827)
Rondine di sera / non so cosa farò / in avvenire (Issa 1763-1827)
Mattina luminosa / sandali di paglia / sto bene (Santoka 1882 – 1902)
Nessuna strada / solo questa / neve primaverile che cade ((Santoka 1882 – 1902)

Scegliete lo haiku che vi ispira, dategli un titolo che richiami una situazione presente e poi, con l’hashtag #oggihaiku, postatelo su twitter entro martedì 4 marzo. Per approfondire: A lezione di haiku
Nel numero del giornale Pagina99 we in edicola l’8 marzo, è pubblicata una scelta dei titoli arrivati e un commento. E qui il tweetbook.
Antonella Sbrilli (@asbrilli)
oggihaiku

Stefano Pace, studioso di social media, dedica all’iniziativa il saggio  La Struttura del Remix. Il caso #Oggihaiku

Oggi: Elogio dell’orologio di Maria Sebregondi

Sebregondi 1987

Maria Sebregondi, Elogio dell’orologio (Orologio ad Haiku), 1987

Traduttrice di Queneau, artista dell’Oplepo (Opificio di Letteratura Potenziale), autrice di Etimologiario, Maria Sebregondi nel 1987 ha realizzato un Elogio dell’orologio (Orologio ad Haiku), litografia fustellata in 20 esemplari. Si tratta di una composizione che richiama il calligramma, perché le parole sono disposte in modo da rappresentare graficamente ciò che significano (come nell’opera di Apollinaire, La Cravate e la montre). Un calligramma composto di haiku, componimenti poetici di tre versi di 5, 7 e 5 sillabe che – in questo caso – parlano del tempo. Alle undici, per esempio, si legge: Gira la sfera / illusoria allegria / orna la vita
Ad aumentare la consistenza verbo-visiva, grafica e poetica, di quest’opera, le iniziali di ciascun verso formano un acrostico che ripete per due volte, in senso orario (dalle 12 alle 5 e dalle 6 alle 11),  il titolo dell’opera Elogio dell’orologio. Le 18 lettere di questa frase sono disposte in modo che le ore opposte nel quadrante presentino le stesse 3 lettere  iniziali di ciascuna “terzina”. La parola oggi, anche se non è mai scritta risuona, come una parola-tema, nei versi e soprattutto nel titolo, nascosta tra le lettere che possono anagrammarsi come: “Olio le ore, lodo l’oggi”.

L’opera è esposta alla mostra Dall’oggi al domani. 24 ore nell’arte contemporanea al Museo Macro di Roma, via Nizza, dal 29 aprile al 2 ottobre 2016.
Antonella Sbrilli (@asbrilli)