15 Maggio | 15 Mai

15 maggio 2024

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Le 15 mai, Claude, qui était rentré la veille de chez Sandoz à trois heures du matin, dormait encore, vers neuf heures, lorsque Mme Joseph lui monta un gros bouquet de lilas blancs, qu’un commissionnaire venait d’apporter.
Il comprit, Christine lui fêtait à l’avance le succès de son tableau; car c’était un grand jour pour lui, l’ouverture du Salon des Refusés, créé de cette année-là, et où allait être exposée son œuvre, repoussée par le jury du Salon officiel.
Cette pensée tendre, ces lilas frais et odorants, qui l’éveillaient, le touchèrent beaucoup, comme s’ils étaient le présage d’une bonne journée

Emile Zola, L’ oeuvre, 1886

 

Il 15 maggio Claude, che era rientrato dalla serata da Sandoz alle tre del mattino, stava ancora dormendo, verso le nove, quando Madame Joseph entrò con un mazzo di lillà bianchi, consegnati da un fattorino. Capì subito: Christine festeggiava in anticipo il successo del suo quadro. Era una grande giornata, per lui: si inaugurava il Salon des Refusés, una novità di quell’anno, in cui avrebbe figurato la sua opera, respinta dalla giuria del Salon ufficiale. Quel pensiero delicato, quei lillà freschi e odorosi che lo svegliavano, lo commosse profondamente, come il presagio d’una giornata fortunata

Emile Zola, L’opera, 1886, tr. it. F. Cordelli, Garzanti 1978, p.111

La vicenda raccontata nell’Opera ha avuto inizio a Parigi in una notte di giugno, durante un temporale, che fa conoscere per caso il pittore Claude Lantier, ribelle alle regole dell’Accademia, e la giovane Christine, sperduta nella città che non conosce. Si sono rivisti dopo due mesi e da allora hanno continuato a frequentarsi, prima “senza una data regolare” e poi con sempre maggiore frequenza, finché la ragazza ha acconsentito a posare nuda per un grande quadro a cui Claude sta lavorando. Il 15 maggio si apre la mostra dei pittori rifiutati dal Salon ufficiale. È “una giornata meravigliosa, con un gran cielo sereno” e Claude si avvia pieno di speranza verso la sede dell’esposizione, dove dovrà affrontare critiche, dissensi e successo di scandalo.  

 

Dicono del libro

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8 Marzo | 8 Mars

8 marzo 2024

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Le 8 mars, à six heures du matin, le marquis, revêtu de ses insignes, se faisait dicter, par son fils aîné, le brouillon d’une troisième dépêche politique; il s’occupait avec gravité à la transcrire de sa belle écriture soignée, sur du papier portant en filigrane l’effigie du souverain. Au même instant, Fabrice se faisait annoncer chez la comtesse Pietranera.
—Je pars, lui dit-il, je vais rejoindre l’Empereur, qui est aussi roi d’Italie; il avait tant d’amitié pour ton mari! Je passe par la Suisse. Cette nuit, à Menagio, mon ami Vasi, le marchand de baromètres, m’a donné son passeport; maintenant donne-moi quelques napoléons, car je n’en ai que deux à moi; mais s’il le faut, j’irai à pied. La comtesse pleurait de joie et d’angoisse

Stendhal, La Chartreuse de Parme, 1839

L’otto marzo, alle sei della mattina, con addosso tutte le sue decorazioni, stava facendosi dettare da Ascanio la minuta di una lettera a Vienna – era già la terza – e si dava da fare con grande austerità e applicazione a scriverla in bella calligrafia su un foglio di carta con il ritratto di Sua Maestà in filigrana. Nello stesso momento Fabrizio entrò nella stanza della contessa Pietranera.
“Parto,” le disse, “vado dall’Imperatore, che è anche re d’Italia. Aveva tanta amicizia per tuo marito! Passerò per la Svizzera. Vasi, quel mio amico, quello che vende barometri, mi ha dato il suo passaporto, stanotte, a Menaggio. E adesso dammi un po’ di soldi, perché ho solo due napoleoni. Ma se occorre andrò a piedi.”
La contessa si mise a piangere. Era spaventata, e felice

Stendhal, La Certosa di Parma1839, tr. it. E. Tadini, Garzanti, 1983, p. 24

Lasciata l’isola d’Elba, dove era stato confinato, Napoleone è sbarcato sulla costa francese il primo marzo del 1815, dando inizio a quelli che sarebbero stati chiamati i “cento giorni” del suo ritorno. La notizia si diffonde velocemente e arriva – nella storia narrata da Stendhal – nella dimora del marchese del Dongo, fedele servitore degli Austriaci. Mentre l’anziano marchese scrive a Vienna, la stessa mattina dell’8 marzo il giovane Fabrizio, vicino agli ideali napoleonici, decide di raggiungere il suo eroe, di cui vedrà la sconfitta, il 18 giugno, nella battaglia di Waterloo. 

Dicono del libro

Dicono del libro
“Con la Certosa Stendhal riprende il  tema fondamentale delle sue opere maggiori: il conflitto tra reazione e rivoluzione nella società del suo tempo. Dopo la Francia postnapoleonica (Il rosso e il nero) e quella di Luigi Filippo (Lucien Leuwen), è ora la volta dell’Italia smembrata e oppressa dai governi dispotici restaurati dalla Santa Alleanza. Teatro dell’azione è un’immaginaria Parma retta da una dinastia (i Farnese) in realtà estinta da un secolo”
(dall’introduzione di P. Bellocchio, ed. Garzanti, op. cit.)

 

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3 Marzo | 3 Mars

3 marzo 2024

 

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Un mousse du haut de la vigie cria : Terre ! C’était le sol de la Grèce et les montagnes de la Morée que l’on apercevait à l’horizon. Un vent frais portait le vaisseau avec rapidité. Le nom de la Grèce réveilla le courage d’Octave : « Je te salue, se dit-il, ô terre des héros ! » Et à minuit, le 3 mars, comme la lune se levait derrière le mont Kalos, un mélange d’opium et de digitale préparé par lui délivra doucement Octave de cette vie qui avait été pour lui si agitée. Au point du jour, on le trouva sans mouvement sur le pont, couché sur quelques cordages. Le sourire était sur ses lèvres, et sa rare beauté frappa jusqu’aux matelots chargés de l’ensevelir. Le genre de sa mort ne fut soupçonné en France que de la seule Armance

Stendhal, Armance, 1827

Un mozzo dall’alto della coffa gridò: “Terra!”. Era il suolo della Grecia, con le montagne della Morea che si scorgevano all’orizzonte. Un vento fresco portava la nave, che correva veloce. Il nome della Grecia risvegliò il coraggio di Octave: “Ti saluto, “si disse “o terra degli eroi!”. E a mezzanotte, il 3 di marzo, mentre la luna sorgeva dietro il monte Kalos, una mistura d’oppio e di digitale preparata da lui stesso liberò dolcemente Octave da quella vita che era stata così agitata per lui. All’alba lo trovarono senza moto sul ponte, sdraiato su alcuni cordami. Aveva il sorriso sulle labbra, e la sua rara bellezza colpì persino i marinai incaricati di seppellirlo. La causa della sua morte fu sospettata in Francia dalla sola Armance

Stendhal, Armance, 1827, tr. it. M. Bonfantini, Einaudi 1976, p.180

Il tre marzo è la data che chiude la storia di una coppia di giovani francesi al tempo della Restaurazione. Lui è Octave de Malivert, “gentiluomo ventenne” affascinante e tormentato; lei è la cugina Armance de Zohiloff. La loro attrazione reciproca attraversa ostacoli esterni e interni. Dopo sposati, Octave decide di andare a combattere per la libertà del popolo greco, lasciando la moglie in Francia. Si darà la morte sulla nave che lo porta in Grecia, dopo aver scritto, ogni giorno del viaggio, una lettera. 

Dicono del libro

Dicono del libro
“Storia del tormentato amore tra due giovani, ‘Armance’ (1827) è il primo romanzo di Stendhal, che vi prova i temi che gli sono cari, gli abbandoni amorosi e poetici, l’arguzia sottile. Tanto da offrire un esempio tipico in ogni storia stendhaliana, del rapporto tra interessi sociali e politici, da un lato, e sfrenato individualismo, esclusiva passione d’amore, dall’altro”(dalla quarta di copertina dell’ed. Einaudi, op. cit.)

 

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