16 Maggio
16 maggio 2016 |
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Il 16 maggio 1973
Una delle tante date
che non mi dicono più nulla.
Dove sono andata quel giorno,
che cosa ho fatto – non lo so.
Se lì vicino fosse stato commesso un delitto
– non avrei un alibi.
Il sole sfolgorò e si spense
senza che ci facessi caso.
La terra ruotò
e non ne presi nota
…
Wisława Szymborska, Il 16 maggio 1973, La fine e l’inizio (1993), in Vista con granello di sabbia, a cura di P. Marchesani, Adelphi, 2008, p. 201
Dalle piccole misure degli attimi e dei secondi; alle ere geologiche; alle non-misure dell’eternità e dell’infinito: sono tanti i riferimenti che la poetessa polacca Szymborska (Premio Nobel nel 1996) dedica al tempo. Si può incontrare nelle sue poesie l’ora esatta del sorgere e calare del sole in un certo oggi, o la descrizione di quattro precisi minuti fra le 13 e 16 e le 13 e 20. E poi mesi e stagioni, giorni della settimana (“lo scorso martedì”) e anche, come in questo caso, la data completa di una giornata degli anni Settanta, in apparenza del tutto dimenticata.
“… Giunse a Parigi il 16 maggio alle sette del mattino. Aveva visto sorgere il sole…” “… 16 maggio. Sei un tale enigma…” “… Il 16 maggio ci sarà la cerimonia di premiazione in un albergo di Shinbashi…”
Altre storie che accadono oggi
“… Più tardi: mattino del 16 maggio. Che Dio mi conservi il senno, ormai a questo sono giunto…”
Bram Stoker, Dracula
“…16 maggio. Com’è bello essere innamorati e com’è interessante sapere d’esserlo!…”
Sören Kierkegaard, Diario del seduttore
Joseph Roth, Fuga senza fine (segnalazione di Sandra Muzzolini)
David Grossman, Che tu sia per me il coltello
Murakami Haruki, 1Q84